Quote rosa nei Cda: il Governo ritira il parere negativo
Dal 2015 i Consigli d'Amministrazione delle aziende quotate in borsa dovranno essere composti per il 30% da donne. E' questo l'emendamento proposto dalla senatrice Maria Ida Germontani, emendamento che ieri, proprio nella giornata internazionale della donna, era stato bloccato dal governo in Commissione Finanza al Senato. Oggi, però, il governo ha ritirato il parere negativo, dando così il via libera all'intero disegno di legge che, ora, arriverà in aula. Lo stallo era stato determinato da una condotta incerta del governo, molto dubbioso sulla data in cui l'emendamento sarebbe entrato in vigore.
La commissione, infatti, aveva trovato un accordo sul 2015, ma le perplessità espresse dagli industriali avevano indotto il governo a proporre il 2018. Sonia Viale, sottosegretario all'economia, aveva addirittura proposto il 2021, ma anche lei, oggi, ha fatto un passo indietro, rilasciando anche queste dichiarazioni: "il Governo ha approfondito il tema: la sua priorità era mantenere il proprio emendamento, ma abbiamo preso atto del lavoro fatto dalla commissione e ci siamo rimessi a quello".
A un giorno di distanza, quindi, il Governo ha preso la sua decisione, decisione per la quale ha ricevuto i ringraziamenti della relatrice Germontani, che ha plaudito l'atteggiamento rispettoso dell'esecutivo nei confronti della Commissione. L'emendamento, in pratica, prevede due mandati per i rinnovi dei Consigli d'Amministrazione delle società quotate in borsa: al primo rinnovo, nel 2012, il Cda dovrà essere composto almeno dal 20% di donne, al secondo rinnovo, nel 2015, da almeno il 30%. Per le società che non rispetteranno le quote rosa, ci saranno delle sanzioni: si parte da una diffida per poi arrivare anche alla decadenza dello stesso Cda.
Il provvedimento pare anche dare una risposta concreta al messaggio del Presidente Giorgio Napolitano in occasione delle festa della donna. Il Capo dello Stato aveva sottolineato infatti come le donne non avessero pieno accesso alle cariche di rappresentanza politica e alle posizioni di responsabilità all'interno delle aziende. E questo è senza dubbio un ostacolo alla parità, un ostacolo che le cosiddette quote rosa possono tamponare, ma che le donne dovranno riuscire a superare contando soprattutto sulle loro forze.