Quelli contro le liberalizzazioni, scioperano avvocati, tassisti e farmacisti
Il Consiglio dei Ministri ha appena varato il nuovo pacchetto sulle liberalizzazioni e già le categorie coinvolte promettono battaglia prima della definitiva conversione in legge del decreto. Il pacchetto di riforme su concorrenza e infrastrutture che ieri sera è stato presentato da Monti colpisce molte categorie di professionisti e commercianti e dunque era quasi scontata la levata di scudi delle associazioni di categoria. I primi a ribadire il loro no sono i tassisti che più di altri in questi giorni hanno protestato duramente contro il Governo e il nuovo provvedimento. In realtà proprio la questione taxi è una di quelle su cui il Governo ha deciso di rimandare la decisione finale ad un'attenta analisi della neonata autorità sui trasporti, fermo restando la volontà di dare una svolta alla situazione attuale. Molte le sigle sindacali che hanno deciso di sospendere le proteste in attesa degli sviluppi, anche se resta confermato lo sciopero per lunedì 23. Tanti i tassisti che hanno ripreso il lavoro, ma resta una palpabile area di diffidenza verso il Governo che si ripercuote, però, anche sugli stessi rappresentanti della categoria a cui la base imputa la mancanza di impegno nella contrattazione.
Contro il nuovo provvedimento si schierano anche le associazioni dei possessori di farmacie, che contestano soprattutto la misura che prevede l'apertura di almeno altre cinquemila farmacie nei prossimi mesi. Federfarma ha convocato un'Assemblea nazionale e si prepara anche a misure drastiche come la serrata nazionale di tutti gli aderenti nei prossimi giorni, a causa degli interventi di liberalizzazione per le farmacie che a loro giudizio sono insostenibili. Sulle modalità della protesta ancora nulla di deciso ma lo scopo principale resta quello di convincere il Parlamento a modificare il testo del Governo nell'approvazione definitiva. Federfarma un primo risultato lo ha già raggiunto con la cancellazione della norma sui medicinali di fascia c, che però non è piaciuta ai rappresentanti delle parafarmacie che nei prossimi giorni valuteranno iniziative di protesta. Restando in tema sanitario anche i medici sono sul piede di guerra per la contestata norma che prevede l'obbligo da parte dei dottori di indicare sulle ricette il farmaco generico equivalente a quello prescritto al paziente.
In tema di professionisti sciopereranno anche gli avvocati con sette giorni di stop che paralizzeranno i tribunali. Si comincerà il 23 e il 24 febbraio per continuare a marzo con in mezzo iniziative di protesta simbolica nei palazzi di giustizia. Al centro delle manifestazioni il codice che elimina le tariffe minime per la categoria ma anche la norma che anticipa il tirocinio obbligatorio a prima della laurea. Confermato intanto anche lo sciopero già proclamato dai benzinai.
Oltre alle proteste degli esercenti e dei professionisti, contro il Governo si schierano anche aziende come Mediaset che minacciano azioni legali per la decisione di sospendere il beauty contest, ma anche le associazioni e i comitati a difesa dell'acqua pubblica che le nuove norme potrebbe minacciare in contrasto a quanto deciso dai cittadini nei referendum di giugno.