“Quegli spot sono ingannevoli”, la Rete insorge
"Quale tatuaggio ha mostrato Belen a Sanremo? La farfallina o la patatina" oppure "Di che colore è la maglia della Nazionale Italiana? Azzurra o Verde?". Questi e tanti altri quesiti stupidi, sulla falsariga dell'infantile "cavallo bianco di Napoleone", trasmessi sotto forma di spot su Mediaset, promettono di farvi vincere fantastici premi, tra i quali un iPad, un iPhone 4s e ben 500 euro di ricarica, inviando la risposta esatta al numero in sovraimpressione. Passaggi pubblicitari frequentissimi anche con la presenza di testimonial che nell'immaginario collettivo nazionalpopolare garantisce fiducia e professionalità, tra questi il conduttore Marco Predolin.
Rispondo e vinco? E' quello che crede lo spettatore medio e meno smaliziato ma, a vedere l'insurrezione della Rete a seguito di una serie di testimonianze raccolte dalla docente universitaria Giovanna Cosenza (Disambiguando) e dalla redazione de Il Disobbediente, l'odore ingannevole che si sente a distanza, viene completamente confermato. Tutte quelle righe a lato, e peggio ancora quelle sotto che scorrono con una certa velocità, ricordano che si tratta di un servizio in abbonamento per loghi, suonerie e giochi, che costa 24,20 euro al mese. Gli utenti raccontano di essere cascati nella trappola, di aver ricevuto immediamente un messaggio con un codice PIN da inserire su un portale (allyoucan.it) più altri tre messaggi contenenti tre link. Successivamente a questi passaggi, il credito telefonico della scheda prepagata è ovviamente finito.
La risposta è TRUFFA o INGANNEVOLE? Le società che offrono i servizi in abbonamento sono tutelati proprio da quei disclaimer illeggibili che troppe persone non leggono mai. Se è vero che va rimproverato un atteggiamento sprovveduto e irresponsabile del consumatore, c'è da puntare il dito sul fatto che non è ammissibile permettere ad una società di essere sul mercato con una pubblicità ingannevole su tre delle prime sette emittenti nazionali. Del resto il Codice dell'Autodisciplina Pubblicitaria Italiana parla chiaro:
Art. 2 […] La pubblicità deve evitare ogni dichiarazione o rappresentazione che sia tale da indurre in errore i consumatori, anche per mezzo di omissioni, ambiguità o esagerazioni palesemente non iperboliche.
Chi risponde alla domanda del quiz vuole solo partecipare al concorso per vincere i premi messi in palio, non sono certo interessati ai loghi, alle suonerie e ai giochi in abbonamento. La pubblicità è ingannevole perché tutto quello che stiamo cercando di chiarire a lettere cubitali, negli spot della società vengono quasi nascosti.
La reale meccanica di gioco. A ben guardare, poi, vincere a questi simpatici quiz non è nemmeno poi così semplice. Si tratta di un concorso a scale, laddove ad una prima domanda semplicissima (che darà diritto a 20 possibilità di estrazione), ne seguiranno altre via via più complicate che daranno diritto progressivamente a maggiori possibilità di vincita. Come ci siamo arrivati? Dal sito della società su descritta (allyoucan.it), anche grazie all'ottimo lavoro dei colleghi già citati, siamo arrivati ad un'altra società, la David2 SPA che pubblica sul suo sito per intero il regolamento.
E l'Autorità Garante che fa? Sonnecchia, complice questo periodo estivo dove tutti sono in vacanza e, piuttosto che telefonare al numero di tutela del consumatore 800.166.661, preferiscono il mare e la pennichella magari proprio al sottofondo della tv accesa sulle domandine banali di Predolin. Cosa può fare l'Agcom? Una volta accertato il caso di pubblicità ingannevole, può imporre il ritiro della stessa e, "addirittura", comminare sanzioni pecuniare per 500.000 euro. Ovemai non dovesse avercelo sottomano, ecco il modulo per la denuncia online.