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Province, Bongiorno: “Bisogna ridare fiato o eliminarle del tutto”. Di Maio: “Sono uno spreco”

Anche la ministra Bongiorno, si è espressa sulla questione province, un tema che negli ultimi giorni ha provocato conflitto all’interno dell’alleanza di governo fra Lega e 5S: “Bisogna uscire dall’equivoco, perché durante le varie campagne elettorali in passato si è detto di aver eliminato il poltronificio, ma tutti sanno che non è vero”.
A cura di Annalisa Girardi
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In foto: il ministro Giulia Bongiorno.
In foto: il ministro Giulia Bongiorno.

Il ministro per la Pubblica Amministrazione Giulia Bongiorno, ha commentato lo scontro interno al governo che riguarda la questione province, affermando la necessità di eliminare gli equivoci: "Le province sono in una situazione ibrida. La verità è che si è fatto finta di eliminarle e non sono state eliminate, sono un po' un simulacro". Intervistata da Sky Tg24, l'esponente della Lega ha spiegato che se si vuole "fare delle cose concrete bisogna fare una scelta: ridare fiato o eliminarle del tutto", aggiungendo che "le cose a metà non vanno". Il ministro ha poi precisato che le sue affermazioni non vogliono l'abolizione delle province, che molte volte ha anzi ritenuto un punto di collegamento importante. "Ma non si può stare in una situazione ibrida", ha detto Bongiorno. Riguardo all'eliminazione del "poltronificio", che ci sarebbe per l'abbandono delle province, ha sottolineato che "questo, tutti lo sanno, non è vero".

La questione è diventata argomento caldo tra gli alleati di governo dopo che il Sole24Ore ha diffuso la notizia di un possibile ritorno delle province, all'interno dell'ultima bozza delle Linee guida per la riforma degli enti locali. Le competenze di questo organo erano state invalidate da una riforma di Graziano Delrio, ministro sotto il governo di Matteo Renzi. Fonti del Movimento Cinque Stelle hanno subito precisato che il riordino delle province è stato portato avanti dalla Lega, senza il consenso dell'alleato di governo. "Gli sprechi si tagliano, è sempre stato così per il M5s e con tutta la burocrazia che abbiamo le Province vanno abolite. L'obiettivo è eliminare ciò che non è indispensabile e reperire risorse per abbassare subito le tasse a imprese e famiglie", così ha commentato il vicepremier pentastellato Luigi Di Maio. Dalla conferenza stampa per la presentazione del programma del Movimento alle europee del prossimo 26 maggio ha poi aggiunto: "Le province sono uno spreco, inutile ammalarsi di amarcord per farle ritornare. Chi le vuole si trovi un altro alleato".

In una nota congiunta, i capigruppo del Movimento alla Camera e al Senato, Francesco D'Uva e Stefano Patuanelli, hanno invece commentato: "Come ha ben detto il ministro Di Maio ciò che serve in questo momento al Paese non sono sicuramente altre 2500 poltrone. Siamo da sempre contrari agli sprechi e il nostro impegno è tagliarli totalmente, non alimentarli. Quello che serve all'Italia sono invece nuovi e più efficienti servizi per i cittadini, ai quali non abbiamo intenzione di chiedere altri soldi". D'Uva e Patuanelli hanno poi precisato che il governo andrà sì avanti per altri quattro anni, ma senza un ritorno alle province, "punto che non è nemmeno nel contratto di governo".

"L'abolizione delle Province è una buffonata che ha portato disastri, soprattutto nella manutenzione di scuole e sulle strade": queste invece le parole di Matteo Salvini, che ha aggiunto come la priorità del Carroccio sia dare un servizio ai cittadini. "Se Comuni e Regioni non ce la fanno, servono le Province", ha aggiunto il leader della Lega, aggiungendo di non avere tempo per litigare. "I nostri compagni di viaggio ogni tanto cambiano idea… Sull'autonomia un giorno va bene, un altro no… Sui porti un giorno sono per la chiusura, un altro per tenerli socchiusi… Io non ho tempo per litigare, c'è un contratto, vado avanti come un treno", ha concluso Salvini.

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