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Protesta dei migranti a Rosarno: “Quello che è successo non è giusto, tutti devono sapere”

A San Ferdinando un centinaio di migranti stanno protestando per le vie del paese, il giorno dopo la morte Sekine Triore, il 26enne originario del Mali ucciso da un colpo sparato da un carabiniere intervenunto alla tendopoli per sedare una lite.
A cura di Claudia Torrisi
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Il giorno dopo la morte Sekine Triore, il 26enne originario del Mali ucciso da un colpo sparato da un carabiniere intervenunto alla tendopoli per sedare una lite, a San Ferdinando un centinaio di migranti stanno protestando per le vie del paese. Il corteo è partito questa mattina dall'accampamento, diretto verso il Comune – che, stando a quanto riportano i media locali, è rimasto chiuso e i dipendenti fatti allontanare.

"Non siamo qui per fare la guerra o per fare casini, siamo qui per lavorare e per mangiare. I carabinieri devono venire per mettere pace e non per uccidere", ha detto un connazionale di Sekine Triore, arrivato davanti al Municipio di San Ferdinando. "Quello che è accaduto ieri – ha aggiunto – non è giusto. E vogliamo che tutta l'Italia e tutta l'Europa lo sappiano".

Intanto sono state rafforzate le misure di vigilanza e sicurezza nella tendopoli. La decisione è stata presa nella serata di ieri, nel corso di una riunione del Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica convocata dal prefetto di Reggio Calabria, Claudio Sammartino. Oggi ci sarà un altro incontro del Comitato, cui parteciperà anche il presidente della Regione Calabria, il sindaco di Rosarno ed il commissario del Comune di San Ferdinando. "Faremo un ulteriore punto della situazione in cui si trova la tendopoli e valuteremo, insieme ai rappresentanti istituzionali che abbiamo invitato, le iniziative urgenti da adottare per risolvere una situazione che sta raggiungendo livelli di gravita' assolutamente intollerabili, come dimostra quanto e' accaduto oggi", ha detto all'Ansa il prefetto.

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