Processo Yara, pm: “Clima avvelenato, fuori le tv durante la sentenza”
Vietare le telecamere per la sentenza a carico di Massimo Giuseppe Bossetti, il muratore di Mapello arrestato due anni fa e unico imputato nel processo per l’omicidio di Yara Gambirasio. È questa la richiesta avanzata nel corso dell’udienza di oggi a Bergamo dal pubblico ministero Letizia Ruggeri. La pm, a conclusione della sua replica alla corte, ha chiesto di revocare appunto l’ordinanza che ammetteva le riprese televisive della lettura della sentenza, che è ormai imminente. Questo a causa del “clima avvelenato” che si è venuto a creare durante il processo. Ruggeri ha invece detto di non credere vi siano problemi per le registrazioni audio. La pm di Bergamo nell’avanzare questa richiesta durante il processo Yara non ha fatto riferimento a fatti specifici ma, nelle settimane scorse, due buste con dei proiettili erano state trovate in un centro di distribuzione postale indirizzate sia al magistrato sia alla Corte d'Assise di Bergamo. Inoltre tempo fa, dopo varie minacce e ingiurie via web, alla stessa Ruggeri era stata data una speciale sorveglianza.
Processo Yara, pm: “Dna Bossetti intero e perfetto”
Per Massimo Bossetti l’accusa ha chiesto la condanna all’ergastolo e oggi, giorno delle repliche delle parti, la pm Ruggeri ha definito “interpretazioni grottesche e assurde” quelle della difesa dell’imputato. Ha ribadito che il dna che ha portato all'identificazione di Bossetti è “intero, nucleare e perfetto” e ha sottolineato come “non è affatto dimostrato processualmente” che l'imputato la sera della scomparsa da Brembate Sopra di Yara Gambirasio, il 26 novembre 2010, fosse a casa. “Non lo dicono né il figlio né la moglie – ha detto Ruggeri – né si può usare l'argomento che fosse un abitudinario e che avrebbe telefonato qualora avesse fatto tardi”.
“Firma messa da Bossetti col suo dna”
Enrico Pelillo, uno dei legali di parte civile della famiglia della vittima, nel corso della sua replica ha fatto riferimento al dna trovato sul corpo di Yara e attribuito a Massimo Bossetti: “Vi hanno detto che dovete mettere la firma su questa sentenza. In realtà, la firma l'ha messa lui”, ha detto l’avvocato che è anche tornato sulle lettere tra il muratore e la detenuta Gina. “Sono state definite un colpo basso – così Pelillo -. Ma non le abbiamo, però, prodotte noi ed è stato lui a scriverle”.