Processo Ruby, la Cassazione assolve Silvio Berlusconi
UPDATE ORE – La Cassazione dopo 9 ore circa di camera di Consiglio ha deciso di assolvere Silvio Berlusconi per il "processo Ruby". Con questa decisione la suprema corte mette fine al processo confermando quanto già stabilito dalla Corte d'Appello.
UPDATE ORE 23.15 – Ancora nessuna decisione da parte della Cassazione che giudica Silvio Berlusconi per il caso Ruby: i giudici sono in camera di consiglio da oltre otto ore, ma al momento non vi è alcuna indicazione circa l'orario di lettura del dispositivo di sentenza. Al Palazzaccio decine di giornalisti sono in attesa di conoscere il verdetto.
UPDATE: Il sostituto procuratore generale Scardaccione ha chiesta di "annullare l'assoluzione" stabilita in appello nei confronti di Silvio Berlusconi e rinviare gli atti "per rimodulare la pena". Secondo il pg sono "pienamente provate" le accuse di concussione e prostituzione minorile, di conseguenza la Corte d'Appello non dovrà svolgere nuovamente il dibattimento ma solo rideterminare la pena stabilita in primo grado, che era stata di 7 anni. "L'episodio nel quale Berlusconi racconta che Ruby è la nipote di Mubarak è degno di un film di Mel Brooks e tutto il mondo ci ha riso dietro", ha detto Scardaccione in un passaggio della requisitoria. In merito alla telefonata di Berlusconi al funzionario della questura Piero Ostuni secondo il pg "c'è stata una violenza irresistibile per ottenere il risultato indebito". "La volontà di Ostuni è stata ibernata perché nel momento in cui riceve la richiesta di intervento da Berlusconi non capisce più nulla e fa ben 14 telefonate. C'è spazio per ritenere che la pressione fosse resistibile?".
Franco Coppi, legale di Silvio Berlusconi, ha replicato: "La sentenza della Corte d'appello ammette che ad Arcore avvenivano fatti di prostituzione con compensi. Cosa che non contestiamo nemmeno noi difensori, ma manca, in fatto, la prova che Berlusconi prima del 27 maggio sapesse che Ruby era minorenne". A proposito dell'accusa di concussione, la difesa dell'ex Presidente del Consiglio ritiene che nella vicenda "è stata rispettata puntualmente la prassi dell'affido seguita dalla questura di Milano, che poi Ostuni e gli altri dirigenti fossero contenti di aver fatto un favore a Berlusconi, questo ve lo concediamo, ma quanto venne fatto è solo quanto previsto dalla prassi in vigore: identificazione, foto segnalazione e ricerca di una comunità per l'affido". "L'idea di affidare Ruby nasce in questura – ha aggiunto Coppi – e non è un'idea di Berlusconi. Il fatto che poi la Minetti si sia comportata con disinvoltura e l'abbia riportata nella casa dove abitava, è un rimprovero che va mosso alla sola Minetti".
Arriverà probabilmente oggi il pronunciamento della Cassazione sul principale filone del processo Ruby, che vede tra gli imputati Silvio Berlusconi, accusato di prostituzione minorile e concussione per costrizione: l'ex primo ministro è stato condannato in primo grado (il 24 giugno 2013) a sette anni di reclusione ma successivamente assolto in appello (il 18 luglio 2014). Il Procuratore Generale di Milano Piero De Petris ha fatto ricorso e con ogni probabilità oggi si verrà a sapere quale è il verdetto dei giudici, che devono stabilire se confermare definitivamente l'assoluzione o rinviare gli atti alla Corte di Appello per il semplice ricalcolo della pena
Il collegio della sesta sezione della Cassazione sarà presieduto da Nicola Milo, che in passato azzerò le condanne del processo Why Not e compose i collegi nei procedimenti su Andreotti e Mannino, culminati con l'assoluzione. Insieme a Milo ci saranno Orlando Villoni, Giorgio Fidelbo, Stefano Mogini e Gaetano De Amicis. Eduardo Scardaccione sarà il sostituto procuratore: si tratta di una toga che si oppose al trasferimento del processo sulla trattativa Stato – Mafia da Palermo a Caltanissetta.
L'accusa nei confronti di Silvio Berlusconi ruota intorno alla telefonata fatta la notte tra il 27 e il 28 maggio 2010 al capo di gabinetto della Questura di Milano Pietro Ostuni per ottenere il rilascio di Ruby, all'epoca minorenne e già ospite nella villa di Arcore dell'allora Presidente del Consiglio. Fu proprio questa telefonata a giustificare la parte più consistente della condanna a Berlusconi in primo grado, mentre in secondo grado i giudici scrissero nella sentenza: "Non è provato che Silvio Berlusconi conoscesse la vera età di Ruby durante le serate ad Arcore", tuttavia "la Corte non dubita e anzi, ritiene pienamente provato che Silvio Berlusconi fosse a conoscenza della minore età di Ruby la sera del 27 maggio 2010, allorché telefonò al dottor Pietro Ostuni".