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Processo Mills, Berlusconi: “Ho il record universale di procedimenti e udienze”

Alla vigilia della sentenza, Berlusconi torna sul processo Mills e denuncia l’accanimento giudiziario nei suoi confronti. Poi spiega il perché della sua presunta innocenza.
A cura di Alfonso Biondi
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Il Cavalier Berlusconi

"Ho il record universale di procedimenti e udienze". Inizia così una nota pubblicata da Silvio Berlusconi sulla sua pagina facebook. Alla vigilia della sentenza sul processo Mills- procedimento che lo vede imputato per corruzione in atti giudiziari- il Cavaliere esce allo scoperto e riavvolge il nastro già sentito tante volte. Parla della gogna giudiziaria nei suoi confronti, di un accanimento "di livello non mondiale ma universale", di record che non hanno eguali in "tutto il sistema solare". Poi, come al solito, snocciola cifre, avendo cura di evidenziarle rispetto alla altre porzioni di testo: "In totale più di cento procedimenti, più di novecento magistrati che si sono occupati di me e del mio gruppo, 588 visite della polizia giudiziaria e della guardia di finanza, 2600 udienze in quattordici anni, più di 400 milioni di euro per le parcelle di avvocati e consulenti".

Berlusconi: "La tesi è risibile"- L'ex Presidente del Consiglio ribadisce che David Mills  era uno dei tantissimi avvocati di cui all’estero si era servito occasionalmente il gruppo Fininvest e che non ricorda di averlo conosciuto personalmente. Poi cita la ricostruzione dei fatti del pubblico ministero Fabio De Pasquale, secondo cui, due anni prima della presunte donazione di 600mila dollari, l'avvocato inglese "sarebbe stato attento, rendendo due testimonianze processuali in Italia, a non penalizzare il gruppo Fininvest e Silvio Berlusconi".  "La tesi è risibile"- sentenzia Berlusconi, spiegando la sua versione dei fatti: "L’avvocato Mills, avendo in corso una verifica fiscale e non volendo né pagare le tasse né dividere quei 600.000 dollari con i soci del suo studio, tentò tramite il suo commercialista di costruire una storia verosimile per il fisco inglese. Ma gli andò male perché il fisco scoprì il trucco". E qui entrarono in gioco i pm milanesi che gli piombarono addosso e "in un drammatico interrogatorio durato dieci ore", costrinsero Mills, esausto e timoroso di essere arrestato, a dare "una versione di comodo per poter ritornare immediatamente in Inghilterra". Tornato in patria l'avvocato capì di aver dato una versione insostenibile e decise di dire tutta la verità. "Nelle sue recenti testimonianze nel processo- spiega Berlusconi- Mills ha ricordato di avere indicato anche ai PM di Milano che i soldi erano dell’armatore Attanasio, affermazione che invece i PM, sempre secondo Mills, si astennero dal verbalizzare. La procura milanese utilizzò invece la sua prima dichiarazione al fisco per montare con grande gaudio e grande risonanza mediatica questo processo a mio carico".

Argomenti inoppugnabili per qualunque giudice scrupoloso- Berlusconi sottolinea che, in ogni caso, il processo sarebbe caduto in prescrizione già 3 anni fa, se la Procura di Milano non  si fosse inventato che "il reato di presunta corruzione non si perfeziona nel momento in cui il corrotto riceve i soldi dal corruttore, ma nel momento in cui comincia a spenderli". Berlusconi cita infine le indagini del fisco inglese, che ha disposto per Mills il pagamento di imposte del 50% più una forte penalità su quei  600dollari, proprio perché ha accertato che si trattava di un corrispettivo dovuto per una prestazione professionale e non di una donazione". Poi la conclude: "A questo punto e di fronte a questi argomenti inoppugnabili qualunque giudice scrupoloso ed equanime avrebbe dovuto chiudere il processo". Domani, però, per il Cavaliere potrebbe arrivare una pesante condanna a 5 anni di reclusione, che, nonostante la salvifica prescrizione, potrebbe comunque avere pesanti ripercussioni sul piano politico.

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