Processo Bossetti, parla la testimone: “Yara salì in auto con lui fuori dalla palestra”
È il giorno delle testimonianze chiave oggi in aula al Tribunale di Bergamo per il processo a carico di Massimo Bossetti, l'uomo accusato dell'omicidio di Yara Gambirasio. Prima delle attesissime dichiarazioni della madre e della moglie dell’imputato, in aula questa mattina ha parlato anche Alma Azzolin, la donna di Trescore Balneario che ha sempre sostenuto di aver visto il carpentiere di Mapello in macchina con una ragazzina che secondo lei era Yara nei giorni precedenti alla scomparsa della 13enne di Brembate di Sopra. Come già aveva fatto davanti ai carabinieri nel giugno 2014, presentandosi spontaneamente in caserma quando Bossetti fu arrestato e la sua foto era apparsa sui giornali, la donna ha raccontato di un singolo episodio avvenuto proprio davanti alla palestra di Brembate Sopra dove fu vista l'ultima volta Yara.
Azzolin non ricorda esattamente la data ma colloca l'episodio "da dopo Ferragosto ai primi di settembre del 2010, prima dell'inizio delle scuole". La donna ha raccontato ai giudici della Corte d'Assise di Bergamo che quel giorno stava aspettando in macchina sua figlia nel parcheggiato fuori dal cimitero che si trova proprio davanti alla palestra frequentata da Yara. La donna sostiene di aver visto arrivare una station wagon grigia, lo stesso colore dell’auto dei Bossetti, e subito dopo una ragazzina che è salita a bordo. La donna si è detta convinta che l'uomo al volante era proprio Massimo Bossetti che "aveva occhi chiarissimi e mi ha fissato con insistenza" e la ragazza Yara Gambirasio.
L'incotro tra Bossetti e Yara secondo la teste
"Quando ho posteggiato è arrivata anche una station wagon grigia che si è posizionata davanti a me", l'uomo alla guida "aveva occhi chiarissimi e mi ha fissato con insistenza", poi "ha fatto un giro con la sua macchina ed è andato a piazzarsi vicino alla siepe che delimita il parcheggio" ha raccontato la donna , aggiungendo: "Proprio in quel momento è arrivata una ragazza che avrà avuto 13, 14 o 15 anni e indossava una maglietta rosa scuro, salmone scuro e aveva le gambe scoperte, ma non ricordo che pantaloncini avesse. La ragazza aveva i capelli lunghi, mossi; è arrivata correndo e si vedevano ondeggiare. E poi è salita in auto". "La ragazzina mi è passata accanto un attimo e in quel frangente ho intravisto che portava l’apparecchio ai denti" ha poi chiarito la donna che, interpellata dagli avvocati, ha riconosciuto in foto Yara e Bossetti. Interrogata dagli avvocati, la donna ha chiarito che dopo aver visto Yara in tv le sembrava di averla già vista, ma non riusciva a ricordare dove e quando. Solo nei giorni dell’arresto di Bossetti, guardando un servizio della Vita in Diretta che mostrava anche il parcheggio del cimitero, sostiene di aver collegato il tutto e di essersi rivolta ai carabinieri.
Gli avvocati di Bossetti: "Teste inattendibile"
Per i difensori di Bossetti però la teste non è attendibile e hanno assicurato di poter dimostrare che Bossetti quel giorno non era dove ha raccontato la donna. Secondo i legali la donna ha affermato che accompagnava la figlia agli allenamenti il martedì e il giovedì e dal momento che ha collocato l'episodio tra metà agosto e l'inizio dell'anno scolastico, l'unico giorno che può essere preso in considerazione è il 9 settembre. "Possiamo dimostrare che in tutti i martedì e i giovedì di quel periodo Bossetti si trovava a pranzo lontano. E possiamo anche dimostrare che non c'era neanche il 9 settembre 2010" hanao assicurato gli avvocati della difesa.