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Primarie Usa, Santorum conquista Alabama e Mississippi, Romney primo alle Hawaii

Il candidato italoamericano vince negli Stati del sud mentre Romney si aggiudica le isole. L’ex Governatore del Massachusetts sempre in vantaggio come numero di delegati, tutti i candidati comunque hanno intenzione di arrivare fino a Tampa per la convention finale.
A cura di Antonio Palma
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Il candidato italoamericano vince negli Stati del sud mentre Romney si aggiudica le isole. L'ex Governatore del Massachusetts sempre in vantaggio come numero di delegati, tutti i candidati comunque hanno intenzione di arrivare fino a Tampa per la convention finale.

Rick Santorum è il trionfatore negli stadi del sud, è questo il verdetto dell'ultima tornata elettorale delle primarie repubblicane per la candidatura alle presidenziali Usa. Il candidato di origini italiane si è imposto sia in Missisippi che in Alabama, Stati dove la battaglia più che con il candidato in vantaggio Mitt Romney era con l'altro rappresentante ultraconservatore Newt Gingrich. A Romney invece va la vittoria nelle isole, alle Hawaii dove ha vinto con circa il 45% dei voti e nelle Samoa statunitensi dove si aggiudica i nove delegati in palio.

Di misura la vittoria in Mississippi dove Santorum si è imposto con il 33% dei voti rispetto al 31% di Newt Gingrich, favorito della vigilia, e il 30% di Romney. Più agile l'affermazione in Alabama dove Santorum ha totalizzato il 35% delle preferenze staccando di sei punti percentuali i due rivali più prossimi. Visto il metodo proporzionale con cui sono state svolte le consultazioni a tutti i candidati andrà una fetta dei delegati in palio. Sicuramente un meccanismo in questo caso non positivo per Santorum che spera in un ritiro del suo avversario più pericoloso Newt Gingrich, l'unico in grado di togliergli buona parte dei voti degli ultraconservatori del Partito Repubblicano.

La sfida nel sud è tra Santorum e Gingrich, e il primo ha già caldamente consigliato al secondo di farsi da parte anche se non esplicitamente. "Ora bisogna unificare il voto conservatore dietro un solo candidato, per nominare un avversario di Obama capace di sfidarlo su tutti i temi" ha detto Santorum ai suoi sostenitori in Louisiana, dove si voterà tra dieci giorni, ma le sue parole probabilmente cadranno nel vuoto visto che Gingrich aveva già confermato che in ogni modo sarebbe arrivato a Tampa in Florida per la convention finale dei repubblicani.

L'unico ormai fuori da ogni gioco è Ron Paul anche se di ritiro non parla più nessuno tra i quattro candidati rimasti in corsa per la nomination repubblicana. Romney resta nettamente in vantaggio come numero di delegati, ma con le affermazioni dei suoi rivali negli Stati del sud , dove peraltro non ha fatto campagna elettorale, il rischio è che venga intaccato l'appoggio dei dirigenti del partito che oltre ad avere diritto di voto nella nomination finale hanno un'influenza decisiva sul resto del partito. Visto il vantaggio di Romeny infatti Santorum e gli altri inseguitori puntano su una nomina che vada al di là dei numeri fin qui visti, anche se Romney alle presidenziali di novembre ha molte più possibilità di accaparrarsi il voto degli indipendenti nella sfida contro Obama.

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