Primarie Pd, i dati sull’affluenza
Le code ai gazebo sin dalla mattinata sono state interpretate come un segnale positivo. L’obiettivo era quello di raggiungere un milione di votanti. Alla fine l’affluenza alle primarie del Partito Democratico è stata al di sopra delle aspettative, superando 1,5 milioni di votanti, secondo quanto riferito dal comitato Zingaretti e da Gianni Dal Moro, presidente della commissione del Congresso. Una previsione che era già trapelata nel pomeriggio. Prima era stato Gianni Dal Moro, dell’organizzazione del partito, a far sapere che la cifra del milione sarebbe stata superata. Poi anche il comitato di uno dei candidati, Nicola Zingaretti, ha fatto sapere che l’aspettativa era quella di un milione e mezzo di votanti o, addirittura, qualcosa in più. Ben al di sopra di quanto preventivato dagli stessi candidati, quindi. E un dato che cancella lo spauracchio di un flop, soprattutto se confrontato alle ultime primarie, quelle che hanno incoronato per la seconda volta Matteo Renzi come segretario del partito.
Il dato dell’affluenza è stato accolto positivamente sin dalle prime ore della giornata dagli esponenti del Pd, che hanno tenuto fino a oggi le aspettative basse sulla partecipazione ai gazebo. Il dato, comunque, va confrontato anche con quanto avvenuto negli scorsi anni. Le prime primarie furono quelle per eleggere il candidato alla presidenza del Consiglio del centrosinistra: siamo nel 2005 e le primarie non sono di partito ma di coalizione. In quel caso 4 milioni e 300mila votanti e Romano Prodi eletto candidato premier. Poi le primarie diventano lo strumento utilizzato per scegliere il segretario del Pd. Dalla nascita del partito ci sono stati tre candidati eletti alle primarie (Veltroni, Bersani e Renzi) e tre reggenti: Dario Franceschini, Guglielmo Epifani, Maurizio Martina.
Le primarie del Pd degli scorsi anni
Le prime primarie del Pd coincidono con la fondazione del partito: Walter Veltroni viene eletto primo segretario dem con il 75,8% dei voti (sfidanti erano Rosy Bindi ed Enrico Letta) e 3 milioni e mezzo di votanti. Nel 2009 si torna a votare ai banchetti e l’affluenza cala: 3 milioni di votanti, vince Bersani con il 53%, davanti a Dario Franceschini e Ignazio Marino. Nuova discesa dei votanti nel 2013, con 2 milioni e 800mila persone ai gazebo. Matteo Renzi diventa segretario con il 67,5%, sconfiggendo Gianni Cuperlo e Pippo Civati. Si arriva poi al 2017, quando ad affermarsi è di nuovo Matteo Renzi, con il 69,1%, davanti ad Andrea Orlando e Michele Emiliano. Ma l’affluenza scende vertiginosamente a 1 milione e 800mila votanti.