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Primarie PD, -3 al voto. Renzi attacca il governo: “Non ha combinato granché”

Il sindaco di Firenze se la prende anche con magistrati e “tecnici”: “Non ne posso più di questi signoroni che a Roma decidono tutto loro. Arriva la Consulta e riscrive la legge elettorale; su gravi vicende come Stamina è il Tar che decide”.
A cura di D. F.
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Quando mancano tre giorni alle Primarie del Partito Democratico sale la tensione tra i tre candidati alla vittoria. Matteo Renzi attacca l'esecutivo sulle frequenze di Radio Montecarlo: "Il punto non è rompere gli zebedei a Letta, ma avere un governo che fa le cose. In questi mesi il governo, fatto da persone perbene, sulle questioni vere non ha combinato un granché. Io non rompo le scatole al presidente del Consiglio. Io dico che o fanno le cose che servono all'Italia o alla fine andiamo davvero tutti in terapia di gruppo dallo psicologo". Ma il sindaco di Firenze ha anche lanciato duri attacchi alla magistratura e ai cosiddetti tecnici: "Non ne posso più di questi signoroni che a Roma decidono tutto loro. Arriva la Consulta e riscrive la legge elettorale; su gravi vicende come Stamina è il Tar che decide; il bilancio te lo fanno in Europa; la vicenda Berlusconi è stata decisa dai giudici. Sembra che la politica non conti più niente". Renzi non ha perso neppure l'occasione per lanciare qualche stilettata al "nemico" di sempre, Massimo D'Alema, "uno dei principali incentivi alla mia campagna elettorale".

E' Cuperlo il primo a rispondere al sindaco di Firenze, commentando la bocciatura del Porcellum: "Il problema non è quanto deve aspettare Renzi – spiega -, il problema è restituire la certezza di una democrazia funzionante nella quale gli italiani abbiano fiducia. La durata del governo – sottolinea Cuperlo – è quella indicata dal presidente del Consiglio. Ma il governo deve fare due cose con più radicalità: mettere mano alle riforme contro la crisi e appunto la riforma della legge elettorale".  "La Consulta ci ha tolto ogni alibi – spiega Cuperlo -, ora serve una nuova legge elettorale per ricostruire il rapporto di fiducia tra milioni di persone e le istituzioni. La soluzione migliore sarebbe il doppio turno di collegio, se non sarà possibile si torni al Mattarellum. Il Parlamento è indebolito ma non delegittimato, nel senso che il Parlamento non può ignorare quello che è accaduto. Deve riconoscere che c'è uno scacco della politica, adesso deve mettere mano alla legge elettorale che comunque andrebbe rivista". Poi arriva l'attacco diretto al rivale: "Dico che non si può fare un secondo lavoro facendo un'altra attività come quella di sindaco o se allo stesso tempo ti candidi a fare un altro mestiere come il Presidente del Consiglio".

Il "terzo incomodo" è Pippo Cibati, che invita a dare ascolto a Beppe Grillo e tornare al Mattarelum: "Prendiamolo in parola – dichiara Civati -. Esiste quindi una larghissima maggioranza in Parlamento che può immediatamente approvare una nuova legge elettorale capace di restituire governabilità al Paese e il diritto di scelta ai cittadini. La nostra linea si conferma corretta. Se sarò eletto segretario questo impegno da lunedì diventerà prioritario per il Partito Democratico. Questo ci consentirà di andare al voto nella primavera del 2014 e di mettere fine ad un governo che i nostri elettori non hanno mai voluto".

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