Preti arrestati per abusi su minori: “La Chiesa sa tutto, non ha fatto nulla”
“Non ci aspettiamo più nulla, né dal Vaticano né dalla magistratura.” E’ tagliente il commento di Marco Lodi Rizzini, segretario dell’associazione sordi “Antonio Provolo” onlus di Verona, che raccoglie le vittime degli abusi perpetrati a danni di bambini disabili a partire dagli anni Ottanta. “Abbiamo saputo degli arresti in Argentina. – continua – Ci è sembrato strano che i due sacerdoti continuassero ad operare con i minori, ma fine ad un certo punto. La prassi della Chiesa cattolica e dell’Istituto Antonio Provolo è stata sempre questa, fare il gioco delle tre carte, spostare sacerdoti senza punirli. Sappiamo di sacerdoti allontanati, spostati in Argentina, poi riportati in Italia, in case diverse da quella di Verona.”
Il tono di Lodi Rizzini è pieno di amarezza, con una punta di rassegnazione. “Conosco padre Corradi. In Italia la magistratura non si è mai mossa perché i reati risultavano caduti in prescrizione. Meno male che ci ha pensato la magistratura argentina. – prosegue – A noi risultano, nel solo istituto di Verona quindici persone abusate dai sacerdoti, a cui si aggiungono altre cinque persone che hanno denunciato gli abusi davanti alla commissione vaticana appositamente costituita negli scorsi anni. Ci sono tanti altri casi, però, e non solo a Verona. In tanti hanno paura o vergogna di denunciare.”
Il caso dell’istituto Provolo di Verona, al centro di polemiche e denunce da anni, è stato anche portato all’attenzione di papa Francesco. “Ha incontrato mia sorella nell’ottobre del 2015 in Vaticano, in occasione della giornata mondiale dell’handicap. – dice ancora il segretario dell’associazione – Hanno colloquiato per sette minuti. Abbiamo chiesto che il Vaticano istituisse una commissione indipendente per verificare cosa sia effettivamente successo nell’istituto Provolo. Abbiamo chiesto al Papa di aprire gli archivi della Conferenza Episcopale Italiana. Ho notizia che monsignor Angelo Becciu, della segreteria di Stato, ha scritto, per conto del Papa, una lettera in questo senso al presidente della Cei, il cardinale Angelo Bagnasco. Nulla è successo.”