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Opinioni

Trump Presidente, il muro, la Nato, gli immigrati, l’economia: cosa succede adesso

La vittoria di Donald Trump avrà ricadute su tutto il mondo. Saranno tempi duri per le borse e per l’Europa. E soprattutto per gli immigrati. Mentre i più ricchi del pianeta avranno un importante taglio delle tasse.
A cura di Michele Azzu
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È successo. Contrariamente a tutte le previsioni, Donald Trump è il 45esimo Presidente degli Stati Uniti d'America. Non sono bastati gli scandali, non sono serviti i fuorionda con i commenti sessisti, non è servito il fatto che Trump non abbia mai pubblicato il suo ritorno delle tasse, non è servita tutta la paura suscitata dalle dichiarazioni contro i messicani, i musulmani, contro Israele e la NATO, non ultima la paura del crollo delle borse e di una nuova crisi finanziaria e delle banche europee a seguito della sua elezione.

Proprio com’è accaduto nel recente voto britannico per la Brexit – e come accade sempre più spesso nella crescita dei consensi dei partiti populisti e di estrema destra – un politico ha deciso, a suon di menzogne, sparate e minacce, di farsi portatore della vendetta dei cittadini impoveriti dalla crisi, contro le élite al potere della finanza. Poco importa, poi, se nel programma elettorale di quella persona ci sono tagli al welfare per i poveri e tagli alle tasse per i più ricchi del pianeta.

Trump ha vinto, anche qui come per la Brexit, contro ogni previsione. Ma cosa succede ora? Ecco le promesse, il programma elettorale, la lotta all’immigrazione dal carattere xenofobo, i tagli alla sanità e i regali ai miliardari, assieme ai previsti contraccolpi alle borse. È solo un elenco non esaustivo di quello che ora potrebbe accadere in America, con la presidenza Trump, e delle conseguenze su tutto il mondo. Italia compresa.

IL MURO AL CONFINE CON IL MESSICO. Gran parte delle promesse di Trump in campagna elettorale si sono basate sul contrasto all’immigrazione, regolare e clandestina. Il simbolo di queste promesse è stato rappresentato dal “muro di Trump”, che il candidato repubblicano intende far costruire nel deserto al confine con il Messico entro i primi 100 giorni di governo. Un muro lungo circa 4.000 chilometri e che costerà alle casse dello Stato fra i 12 e i 25 miliardi di dollari. La cifra, ha affermato Trump, sarà pagata dal Messico (non è chiaro come). In questo modo l’America metterà fine una volta per tutte all’immigrazione clandestina dei messicani, definiti da Trump come “spacciatori” e “stupratori”.

POLITICA DURA SULL’IMMIGRAZIONE. Ma quella del muro non è l’unica grande promessa fatta da Trump, che sul tema non fa troppe distinzioni: religione, provenienza, immigrati regolari e clandestini, vanno tutti nel calderone delle persone da epurare nella nuova America secondo Trump. Durante la campagna elettorale, Trump aveva annunciato di voler chiudere le frontiere americane a tutti i musulmani: “Fino a che non capiremo cosa sta succedendo”. Più recentemente, Trump ha fatto un passo indietro sull’assurda proposta, avanzando l’ipotesi che gli USA potrebbero imporre un veto all’immigrazione musulmana solo da quei paesi con una: “comprovata storia di terrorismo contro gli USA”. Nella volontà di cancellare quanto fatto dall’amministrazione Obama, Trump potrebbe anche rescindere gli accordi per fare entrare nel paese i rifugiati siriani.

ADDIO ALLO IUS SOLI, COME IN ITALIA. Trump ha anche annunciato l’intenzione, una volta eletto di voler deportare gli 11 milioni di musulmani che vivono negli USA, ma anche questa proposta sembra essere stata abbandonata. Sul tema immigrazione, però, il miliardario americano ha proposto di ridurre l’immigrazione regolare, e quindi i visti, e di abolire la cittadinanza automatica per i bambini figli di immigrati nati sul territorio USA. Ci potrebbe essere, dunque, l’abolizione dello “ius soli” – la legge per cui la cittadinanza viene data dal luogo in cui si nasce – di cui si è discusso tanto anche in Italia dove questa legge non è presente, e la proposta è ferma da un anno in Senato.

CAOS PER LA SICUREZZA NAZIONALE. Trump ha promesso di voler finanziare l’esercito americano: “in maniera spettacolare”, ma molte dichiarazioni del candidato di destra hanno suscitato grande preoccupazione per la sicurezza nazionale e globale. Trump, ad esempio, ha messo in discussione gli accordi con la NATO, con la Corea del Sud e con Israele, speculando sul fatto che l’America starebbe spendendo troppi soldi. Sulla guerra all’ISIS, Trump ha sostenuto di non voler rivelare i suoi piani per confondere il nemico, una posizione che ha fatto dubitare i media e l’opinione pubblica della reale conoscenza del candidato della situazione. Trump, tuttavia, ha rivelato l’intenzione di voler “bombardare a manetta” i jihadisti, inviando 30.000 soldati in medio-oriente e dando più spazio di azione alla Russia. Suscita grande preoccupazione anche la simpatia di Trump per il presidente russo, Valdimir Putin.

I CONSUETI TAGLI ALLA SANITÀ. Come per ogni candidato di destra che si rispetti, ecco che arriveranno i tagli alla sanità – che è privata negli USA e per cui bisogna pagare salate assicurazione che spesso finiscono per non pagare comunque alcune cure necessarie al paziente. Donald Trump ha affermato di voler cancellare il piano “Obamacare”, che negli anni di presidenza Obama ha dato copertura sanitaria a milioni di persone povere negli Stati Uniti, assieme all’Affordable Care Act.

TAGLIO ALLE TASSE PER I RICCHI. Come Silvio Berlusconi a suo tempo in Italia, anche Trump mantiene viva la tradizione dei candidati premier miliardari che intendono tagliare le tasse ai miliardari. Trump poterà avanti importanti tagli delle tasse, si parla di 6.2 trilioni di dollari in 10 anni, e il 47% di questi andranno a beneficiare l’1% della popolazione. Insomma, metà dei tagli alle tasse concepiti da Trump andranno a beneficiare le persone più ricche del pianeta, l’élite finanziaria contro cui lo stesso candidato si scaglia nei suoi comizi anti-establishment.

UN LIBERO COMMERCIO “PROTETTO” PER GLI AMERICANI. Trump ha condannato più volte il commercio “iniquo” degli USA con i suoi partner esteri, in particolare l’accordo NAFTA (tra USA, Messico e Canada) e TPP (con l'anello del Pacifico), assieme ai trattati con la Cina. Trump sostiene che questi accordi non proteggono i lavoratori americani e che sarebbero stati male negoziati. Trump ha inoltre sostenuto di voler punire le aziende che delocalizzano per sfruttare i lavoratori sottopagati in altri paesi. Nei suoi comizi, Trump ha raccontato che se la casa automobilistica Ford decidesse di portare i suoi impianti in Messico, lui chiamerebbe il CEO dell’azienda per digli che le loro auto prodotte in Messico verrebbero caricate di ulteriori dazi doganali.

LE RICADUTE SULLE BORSE E SULLE BANCHE EUROPEE. Gli analisti sono convinti che ora che Donald Trump ha vinto le elezioni, le borse di tutto il mondo andranno in caduta libera. Con ogni probabilità, il crollo delle borse potrà portare il mondo in recessione, con effetti simili a quelli della Brexit nel Regno Unito ma molto più potenti. L’economia dell’Unione Europea, che è già fragile, potrebbe venirne fuori duramente compromessa e questo potrebbe portare a una nuova crisi bancaria. E se questa crisi non venisse contenuta in fretta si potrebbe finire in una nuova crisi finanziaria. Gli effetti sulla valuta del Messico invece già si vedono, con la valuta del Peso fortemente svalutata già nelle prime ore dopo la vittoria di Trump.

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Michele Azzu è un giornalista freelance che si occupa principalmente di lavoro, società e cultura. Scrive per L'Espresso e Fanpage.it. Ha collaborato per il Guardian. Nel 2010 ha fondato, assieme a Marco Nurra, il sito L'isola dei cassintegrati di cui è direttore. Nel 2011 ha vinto il premio di Google "Eretici Digitali" al Festival Internazionale del Giornalismo, nel 2012 il "Premio dello Zuccherificio" per il giornalismo d'inchiesta. Ha pubblicato Asinara Revolution (Bompiani, 2011), scritto insieme a Marco Nurra.
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