Premio Campiello 2015: i cinque finalisti di questa 53° edizione
Sabato 12 settembre si terrà, nella location del Gran Teatro la Fenice di Venezia, la finale della 53° edizione del Premio Campiello. Lo scorso maggio, come da tradizione, sono stati annunciati i cinque finalisti di questa edizione 2015: un'edizione all'insegna del romanzo storico, di storie nella Storia, che rileggono per il presente momenti di un passato ancora vivo. In attesa dell'evento, ormai riconosciuto a livello internazionale come fondamentale per la riscoperta della cultura e dell'editoria italiana, ripercorriamo la storia del Campiello e conosciamo i cinque finalisti di questa 53° edizione.
Il premio viene fondato nel 1962, e la prima edizione del '63 vede premiare Primo Levi con il suo romanzo "La Tregua". È la volta di Ignazio Silone nel '68 con "L'avventura di un povero cristiano", e ancora Giorgio Bassani e di nuovo Primo Levi nel 1982 con "Se non ora quando?". Dacia Maraini, e poi il bellissimo "Sostiene Pereira" di Antonio Tabucchi, premiato nel 1994. Franco Scaglia nel 2002, per arrivare a Giorgio Fontana, che con "Morte di un uomo felice" si è aggiudicato la scorsa edizione del Premio Campiello.
Il Campiello non è un festival letterario qualunque: la stessa modalità di premiazione è molto particolare. Una giuria di esperti e critici letterari individua fra i libri editi nell'anno una rosa di testi da sottoporre ad una "giuria di lettori": un duplice giudizio dunque, uno tecnico ed uno popolare. Ogni anno la giuria è composta da 300 lettori la cui identità resta anonima fino alla serata di premiazione, per garantire l'indipendenza totale del giudizio. Saranno proprio i 300 a decretare, nella serata di sabato, il vincitore, fra i cinque finalisti di quest'anno.
I cinque finalisti del 2015
Ecco i titoli e gli autori selezionati quest'anno dalla Giuria dei Letterati, presieduta dal politologo e saggista Ilvo Diamanti.
La mappa, di Vittorio Giacopini, Il Saggiatore. Con sette voti su dieci, il romanzo è in testa alla cinquina del premio Campiello. La storia è ambientata durante la Campagna d'Italia condotta da Napoleone Bonaparte. Il protagonista, Serge Victor, è ingegnere e cartografo al servizio del grande Generale, dal quale riceve l'incarico di riprodurre fedelmente tutti gli spostamenti della spedizione. Mentre Napoleone conquista la penisola e giunge in Egitto, Serge Victor lavora incessantemente alla sua opera monumentale, ma quando l'ambizione porterà il Generale a perire nelle terre ghiacciate della Russia, con lui soccomberanno anche Serge e il suo lavoro: non solo, a capitolare è la storia intera dell'umanità, con quel magnifico sogno di progresso portato avanti con fierezza dall'Illuminismo, ormai fallito anch'esso.
L'ultimo arrivato, di Marco Balzano, Sellerio editore. Ninetto detto "pelleossa" abbandona la Sicilia e si reca a Milano. Non è che un ragazzino quando decide di abbandonare il suo paese per diventare emigrante e cercare lavoro e un futuro migliore. "Non è che un picciriddu piglia e parte in quattro e quattr'otto. Prima mi hanno fatto venire a schifo tutte cose, ho collezionato litigate, digiuni, giornate di nervi impizzati, e solo dopo me ne sono andato via. Era la fine del ’59, avevo nove anni e uno a quell’età preferirebbe sempre il suo paese, anche se è un cesso di paese e niente affatto quello dei balocchi". Uno romanzo storico perché racconta il dramma della migrazione a metà del Novecento, ma anche una storia profondamente attuale con tutte le sue contraddizioni. Non solo: un romanzo di formazione, che segue le vicende di un personaggio che, partito bambino, si ritrova improvvisamente a dover diventare uomo.
Cade la terra, di Carmen Pellegrino, Giunti. Alento è un piccolo borgo abbandonato, ed Estella, la protagonista di questo intenso e struggente romanzo, cerca di tenere in vita quello che resta del suo mondo, un mondo di "vinti", di anime solitarie a cui non si riesce in alcun modo a dire addio. Le voci che si sentono nel racconto sono soprattutto voci femminili, calate in una realtà umile e aspra quale sa essere quella dei piccoli paesi abbandonati a loro stessi e dimenticati. Il racconto sembra ispirato alla grande letteratura meridionale novecentesca, e diviene emblematico il fatto che venga pubblicato ora, in un altro secolo: dimostrazione che la storia a volte può tornare attuale.
Il tempo migliore della nostra vita, di Antonio Scurati, Bompiani. Leone Ginzburg pronuncia il suo risoluto "no" al fascismo l'8 gennaio 1934. Diviene eroe della Resistenza, organizza la dissidenza, fonda la casa editrice Einaudi: la storia vera di questo eroe, dal giorno della sua cacciata dall'università fino a quello in cui viene ucciso in carcere. Scurati rievoca un pezzo di storia italiana attraverso i nomi di Leone e Natalia Ginzburg, ma affianca alla storia dei grandi quella degli umili: vengono raccontate infatti anche le vite di Antonio e Peppino, Ida e Angela, i nonni dell'autore, persone comuni nate negli stessi anni e vissute sotto la dittatura e le bombe della Seconda guerra mondiale, le cui esistenze scorrono parallele a quelle dei Ginzburg.
Senti le rane, di Paolo Colagrande, Nottetempo. Al tavolino di un bar, Gerasim racconta ad un amico la storia avventurosa di un uomo: ebreo convertito al cattolicesimo, Zuckermann prende i voti e diventa "il prete bello" di Zobolo Santaurelio Riviera, una piccola località balneare. Agli occhi dei fedeli diventa un santo, illuminato, e innocente. Ma un pomeriggio di fine estate Zuckermann incontra la Romana, la figlia diciassettenne di due devoti parrocchiani, che sarà la sua rovina. Una storia di contraddizioni, passione, che avrà il suo tragico epilogo in riva ad un fosso…
La Giuria ha anche annunciato il vincitore del "Premio Campiello Opera Prima", riconoscimento che viene attribuito dal 2004 a un autore al suo esordio letterario: quest'anno, l'attore Enrico Ianniello, al debutto per Feltrinelli con "La vita prodigiosa di Isidoro Sifflotin".