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Pompei va a pezzi, nuovo crollo: franata una porzione di muro

Il dramma archeologico di Pompei sembra ormai infinito. Dopo i cedimenti e i furti degli ultimi giorni, stamane il crollo in una domus che si trova nella regio V degli scavi.
A cura di Biagio Chiariello
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Ennesimo crollo nel complesso archeologico di Pompei. Una piccola porzione di muro ha ceduto in una domus che si trova nella regio V degli scavi in Campania. A segnalarlo sono stati i custodi. Sul posto si è subito recata, per un sopralluogo la direttrice Grete Stefani. Quella di Pompei è una situazione che appare allarmante. Ad inizio mese a venire giù era stato un muro di due metri in un'area non scavata di via Nola. Si tratta del costone di una bottega chiusa al pubblico nella regione V, insula 2, civico 19. Pochi giorni primi c'erano stati altri due crolli. Peraltro nel complesso archeologico sono stati segnalati anche dei furti. Ieri, infatti è stato rubato una affresco di Artemide. Un vero e proprio dramma che ha spinto il governo a predisporre misure straordinarie, come il rafforzamento della sicurezza con vigilantes specializzati, 30 nuove assunzioni di personale, oltre all'accelerazione delle gare per la videosorveglianza e nuova recinzione.

"Basta con la politica dei pannicelli caldi. Per salvare gli Scavi di Pompei serve una gara internazionale", ha detto poche ore prima del nuovo cedimento Vincenzo D’Anna, vicepresidente del gruppo Grandi Autonomie e Libertà aveva dichiarato in una nota. "Che questo tipo di Stato onnipotente, onnipresente, burocratico, inefficiente, costoso ed improduttivo sia arrivato al capolinea – aveva osservato D’Anna – lo dimostrano le vicende che riguardano il sito archeologico di Pompei. Dopo i reiterati crolli e il furto di un affresco parietale dalla casa di Nettuno, si apprende, infatti, che squadre di privati vigileranno sui tesori dell’arte pompeiana. Ora, con centinaia di custodi, rappresentati da una pletora di sigle sindacali in perenne agitazione rivendicativa, mi chiedo per quale motivo si sia deciso di ricorrere ad organizzazioni private, con ulteriori aggravi di spese, per i servizi di vigilanza del sito".

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