Polverini assicura: “Non mi ricandiderò”. Ma Roma è già tappezzata di suoi manifesti
Nel day-after delle dimissioni dalla Presidenza del Consiglio regionale del Lazio, Renata Polverini rigetta tutte le accuse che le son piovute addosso in questi giorni e contrattacca: «Le ostriche e lo champagne alla Regione Lazio -dice a Skytg24- venivano degustate già prima del mio arrivo, comportamenti immorali e poco etici qui ci sono sempre stati. E anzi, quando sono arrivata qui ho ripristinato la consuetudine di mangiare in mensa». Travolta, suo malgrado, dallo scandalo della spartizione dei fondi pubblici del gruppo Pdl laziale innescato dagli "autobonifici" di Francone Fiorito, la Polverini mette le mani avanti: «Come potevo sapere? E’ come dire che Monti sapeva di Lusi». Ad ogni modo la sua esperienza allo scranno più alto della Pisana può essere considerata «finita»: «Non sono più interessata a governare il Lazio» fa sapere. E poi minimizza: «Questa giunta non ha avuto comportamenti immorali. Tutto si è consumato al Consiglio regionale. Noi deliberavamo 35 milioni per spese per il Consiglio che li assegnava a ciò che riteneva più giusto». Insomma, «questa giunta esce pulita» da questa. E lei?«Io non è che mi sento, sono pulita».
Pulizia, dunque. Questo sembra essere il leitmotiv della Polverini. I romani lo sanno bene. Questa mattina, infatti, sui muri della Capitale sono comparsi manifesti stampati a tempo di record con il suo volto. "Ora facciamo pulizia!" Si legge nel poster col simbolo della fondazione Città Nuova. movimento che la sostiene, e con la sua firma in calce: Renata. "Questa gente la mando a casa io", scrive la ormai ex governatrice. Una promessa che fa guardando negli occhi il suo ipotetico interlocutore o elettore. Magari in Parlamento, ipotesi che la Polverini non esclude ai microfoni di SkyTg24: «Io candidata per il Parlamento? Ci stiamo riflettendo, una decisione poi la prenderemo».
FOTO ANSA