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Polizia municipale nella proprietà di Di Maio padre a Mariglianella: sequestrate alcune aree

Alcune aree della proprietà del padre di Luigi Di Maio, a Mariglianella, sono state sequestrate dalla polizia municipale. Al loro interno erano stati depositati rifiuti inerti. Questa mattina la polizia municipale ha effettuato un sopralluogo al termine del quale ha deciso di procedere con il sequestro di queste aree.
A cura di Stefano Rizzuti
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Alcune aree della proprietà del padre di Luigi Di Maio, a Mariglianella (Napoli), sono state sequestrate. Al loro interno erano stati depositati rifiuti inerti, secondo quanto fatto sapere dal comandante della polizia municipale di Mariglianella al termine di un sopralluogo iniziato nella mattinata di oggi alla presenza di tre agenti della polizia municipale, dei responsabili dell’ufficio tecnico comunale e di un rappresentante della famiglia del vicepresidente del Consiglio. Gli accertamenti sulla proprietà da parte dell’ufficio tecnico sugli immobili sono ancora in corso.

Si parla di un sequestro parziale del terreno di Mariglianella, di cui è possessore al 50% il padre del vicepresidente del Consiglio, Antonio Di Maio. Il terreno è sede dell’impresa di costruzione di cui era titolare quest’ultimo ed è al centro del dibattimento per presente irregolarità nella contrattualizazione di un operaio che accusa di aver lavorato in nero. “Abbiamo sequestrato delle aree per la presenza dei rifiuti inerti e abbiamo preso le misure sugli immobili presenti per le verifiche con l'ufficio tecnico”, ha spiegato il comandante della polizia municipale Andrea Mandanici, presente durante il sopralluogo.

Quando questa mattina gli agenti della polizia municipale sono andati a Mariglianella, nello stabile di cui il padre del vicepresidente del Consiglio è co-proprietario, alcune persone che si trovavano nella zona hanno invitato i giornalisti ad allontanarsi, difendendo Di Maio. Un residente, in particolare, avrebbe inveito contro i cronisti. Questa mattina non sono stati specificati i motivi dei controlli, ma pare che gli accertamenti si siano concentrati soprattutto su tre manufatti.

Il Pd attacca: ‘Basta ambiguità'

Ad attaccare subito Luigi Di Maio è il capogruppo del Pd al Senato, Andrea Marcucci: “Cambia versione ogni giorno, ogni ora. È confuso, contraddittorio, smemorato. Purtroppo Luigi Di Maio è il ministro del Lavoro e non si può permettere tutte le ambiguità che stanno venendo fuori sul suo conto e sul conto dell'impresa familiare (di cui è socio al 50%) riguardo proprio al tema del lavoro nero. L'esponente 5 stelle cerca di scappare, ma deve venire in Parlamento a difendersi, a fornire una versione definitiva”.

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