Il 12 dicembre, anniversario della strage di piazza Fontana, al teatro Eliseo di Roma il Sindaco di Napoli Luigi de Magistris tiene a battesimo il Movimento arancione, il soggetto politico "alternativo" di cui parla da tempo e che gli ha già attirato non poche polemiche. Un movimento, nato sostanzialmente nei primi giorni di novembre ma da tempo "immaginato" dal Sindaco del capoluogo partenopeo, che intende colmare un vuoto "politico e programmatico" nell'area dell'alternativa, sia al Governo Monti che al ritorno del berlusconismo. E che de Magistris proverà a spingere, pur in un momento estremamente complesso per la politica italiana, facendo appello ai suoi fedelissimi e ai "cittadini che ancora credono nella politica". Come recita l'appello pubbblicato sulla pagina facebook del Movimento, il sogno è quello di:
Realizzare una democrazia partecipativa che si fondi sulla valorizzazione delle persone, il capitale umano centrale rispetto a quello economico, e che consenta l'immissione, in politica, di quella energia non compromessa eticamente, garantendo un cambiamento della classe dirigente nazionale secondo meccanismi di trasparenza vera, che vedano l'ingresso in Parlamento di donne e uomini, conosciuti o meno, che abbiano alle spalle un percorso specchiato perchè segnato ‘solo' dalle battaglie compiute sul territorio a difesa dei diritti, magari anche nell'ambito delle proprie professioni e nell'orizzonte del proprio lavoro, animati dal rispetto della Costituzione e del principio di legalità. […] La società civile deve dunque compiere un passo in avanti, rivendicando il diritto al presente prima ancora che al futuro, facendosi protagonista di questa sfida che non può essere delegata a nessuno riguardando la stessa vita di ciascuna e ciascuno di noi.
Per il momento però sono più le incognite che le certezze in casa arancione. Da una parte ci sono i tempi molto ristretti che obbligheranno il nascente Movimento ad un lavoro enorme per riuscire a presentarsi alla prova delle urne con una struttura "accettabile" (dalla campagna elettorale alle candidature, fino alla piattaforma programmatica). Dall'altra vi è la sensazione di un progetto destinato a subire un'accelerazione brusca e problematica, soprattutto per quel che riguarda il "collocamento politico" ed il bacino elettorale di riferimento. Al momento gli arancioni possono contare sul blocco degli amministratori napoletani, nonché sull'appoggio di un nucleo di movimenti d'opinione con la "star" Ingroia (come ben evidenziato dal primo appuntamento di dicembre), ma ovviamente continuano ad immaginare di aprire "un dialogo" sia con l'area ambientalista che con quella "comunista", ma soprattutto con l'Italia dei Valori, partito nel pieno della sua fase di "ripensamento". In tal senso de Magistris difficilmente accetterà di dar luogo ad un cartello elettorale, ma punterà su una nuova costruzione identitaria, che magari possa aprire lo spazio per un'alleanza elettorale con il centrosinistra di PD e SEL.
Resta alta anche l'attesa per il logo, che sarà presentato nella kermesse del teatro Eliseo, mentre è partita la campagna di comunicazione sui social media, con uno stile che ricalca la campagna elettorale dello stesso de Magistris a Napoli, ma con grande attenzione ai temi della Costituzione ed alcuni riferimenti al Pantheon arancione.