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Covid 19

Zone rosse locali, quali sono le province e le Regioni a rischio chiusura

Il dpcm che il governo dovrebbe varare nelle prossime ore conterrà una stretta a livello locale, con misure maggiormente restrittive per alcuni territori considerati più a rischio. Le province che vanno incontro alla chiusura anticipata di locali e altre limitazioni sono 29: vediamo quali sono e quali sono anche le Regioni con situazioni più critiche.
A cura di Stefano Rizzuti
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Il nuovo dpcm che il governo dovrebbe varare tra stasera e domani conterrà una stretta a livello locale, con la possibile istituzione di zone rosse su base territoriale, di chiusure anticipate dei locali e di coprifuoco. Per stabilire quali province e città metropolitane dovranno essere chiuse ci si atterrà a una serie di criteri, basati sui dati riguardanti la diffusione del Coronavirus. A partire da quelli dell’indice Rt: in caso di dato “significativamente maggiore” di 1,5 – la cifra dopo cui si entra nello scenario 4si rischia la chiusura. E secondo Repubblica sono 29 le province che rientrano in questa categoria. Tra le Regioni in cui la situazione è più critica c’è l’Emilia-Romagna, con 4 province a rischio. Ma soprattutto ci sono il Piemonte (6 province) e la Lombardia, con ben 11 province ritenute a rischio elevato. A queste si aggiungono altre province sparse per tutta Italia: da Trieste a Caltanissetta, da Bolzano a Brindisi.

Lo scenario 4 e l'indice Rt per decidere le chiusure

Le decisioni verranno prese sulla base di dati certi, con criteri chiari. Derivanti sicuramente anche dagli scenari prospettati per guidare il governo tra l’autunno e l’inverno. Decisivo sarà il criterio dell’indice Rt, che se sarà superiore a 1,5 farà entrare nello scenario 4. Ma ci sono anche altri parametri, riguardanti il testing, la gravità dei casi, la pressione sui servizi assistenziali. Combinando tutti questi elementi, per le situazioni più critiche non si potrà che andare incontro a un lockdown territoriale.

Il report settimanale e le Regioni nello scenario 4

Ma non c’è solo questo. Altro criterio deriva dal monitoraggio settimanale dell’Istituto superiore di sanità. L’ultimo report riguarda la settimana che va dal 19 al 25 ottobre. Nello scenario 4 c’erano già quatto Regioni e una provincia autonoma: Calabria, Emilia-Romagna, Lombardia, Piemonte e Bolzano. In realtà, però, il dato risente dei problemi di molte Regioni a inviare tutti i parametri e così rispetto a sette giorni prima le Regioni nello scenario 4 sono meno, nonostante un peggioramento diffuso della trasmissione del virus. Dati incompleti, per esempio, per la Valle d’Aosta, che fa segnare un Rt basso ma in realtà è la Regione con una maggiore pressione sulle strutture sanitarie, un maggior tasso di positivi e la situazione probabilmente più critica.

Altre Regioni si trovano attualmente nello scenario 3: sono Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Molise, Trento, Puglia, Sicilia, Umbria, Veneto. In questi casi è necessario prendere comunque delle misure restrittive. Ma al momento preoccupa di più la situazione solo in alcuni di questi territori e in altri, come quelli ritenuti a rischio alto di progressione. Sono 11: Abruzzo, Basilicata, Calabria, Liguria, Lombardia, Piemonte, Puglia, Sicilia, Toscana, Valle d’Aosta e Veneto.

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