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Zone rosse e arancioni, Regioni attaccano: “Governo non ha spiegato il criterio della decisione”

È polemica aperta tra governo e Regioni il giorno dopo l’annuncio delle tre zone in cui sarà divisa l’Italia da domani. I presidenti di Lombardia e Piemonte hanno chiesto chiarimenti sui criteri di scelta, il vicepresidente della Calabria ha annunciato l’impugnazione dell’ordinanza ministeriale. Emiliano e De Luca vogliono chiudere le scuole a prescindere, Toti esulta perché la Liguria è in zona gialla.
A cura di Tommaso Coluzzi
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Le Regioni e il governo non sono d'accordo sul nuovo Dpcm che divide l'Italia in tre zone: gialla, arancione e rossa. In realtà non sono d'accordo da un po', sono stati giorni di discussioni che hanno visto slittare ripetutamente la decisione sulle nuove misure di contrasto alla pandemia. Ma tra i governatori, anche oggi, c'è tanto malcontento, e tra loro c'è chi pensa che le restrizioni siano troppo dure nella propria Regione e chi invece troppo lievi. Il presidente della Lombardia Attilio Fontana ha cercato fino all'ultimo di evitare che la sua Regione rientrasse nella zona rossa, definendo la decisione del governo "uno schiaffo alla Lombardia e ai lombardi". Secondo Fontana la scelta del ministero della Salute non tiene conto degli ultimi dieci giorni, in cui "sono stati fatti sacrifici". Il punto centrale della polemica è l'utilizzo dei dati della settimana dal 19 al 25 ottobre, ritenuti vecchi. D'accordo anche Alberto Cirio, presidente del Piemonte, che ha chiesto chiarezza al governo sulle modalità di decisione delle zone rosse, arancioni e gialle, sottolineando che l'indice Rt della sua Regione è sceso negli ultimi dieci giorni.

Regioni rosse, la Calabria impugna l'ordinanza

Anche il vicepresidente Nino Spirlì non ha accettato da subito la decisione di inserire la sua Calabria nella lista delle Regioni in zona rossa: "Ho tentato in tutti i modi di evitare questa inutile decisione di confinarci che ammazzerà tutto il commercio, artigianato e piccola impresa". Spirlì ha sottolineato come i tassi di contagio e occupazione dei posti letto, sia in terapia intensiva che nei reparti covid, fossero nettamente più bassi delle altre Regioni inserite in zona rossa. Poi, questa mattina, è arrivato un comunicato del vicepresidente calabrese che annuncia l'impugnazione dell'ordinanza del Ministero della Salute che identifica la Regione come zona rossa, perché "i dati epidemiologici non giustificano alcun lockdown". Diverso l'approccio della quarta Regione inserita nell'area con uno scenario di massima gravità e un livello di rischio alto: la Valle d'Aosta. Il presidente Erik Lavevaz ha chiesto ai cittadini di lavorare insieme per uscire dalla pandemia e tornare alla quotidianità, sottolineando che bisognerà rispettare il più possibile tutte le prescrizioni del governo e del ministro della Salute.

Zone gialle: De Luca chiude le scuole, Toti esulta

Diversa l'opinione del presidente della Campania, Vincenzo De Luca: la sua Regione è stata inserita nella zona gialla, ma lui ha deciso di confermare l'ordinanza con cui tiene chiuse tutte le scuole di ogni ordine e grado. Troppo leggere le misure secondo l'ex sindaco di Salerno, che da settimane è in aperta polemica con il governo perché vorrebbe restrizioni più drastiche di contenimento della pandemia. Esulta invece Giovanni Toti, governatore della Liguria, per il risultato della sua Regione, nella lista della zona gialla. Toti, intorno a cui negli ultimi giorni si era scatenata la polemica legata al suo tweet in cui definiva gli anziani "persone non indispensabili", se l'è presa su Facebook con i suoi detrattori, sottolineando che la decisione non è stata della Regione, ma del governo e del Comitato tecnico scientifico.

Regioni arancioni, per Musumeci scelta assurda

Reazioni opposte nelle due Regioni arancioni. Il presidente della Puglia, Michele Emiliano, ha deciso di mantenere chiuse le scuole con ordinanza regionale, così come il suo collega De Luca. Nello Musumeci invece, governatore della Sicilia, si è scagliato contro la scelta del ministro della Salute, definendola "assurda e irragionevole". Secondo Musumeci la decisione è al di fuori di ogni spiegazione scientifica, ha spiegato su Facebook citando anche alcuni dati di Campania e Lazio, più alti nei nuovi positivi e nei contagi totali. Poi l'insinuazione che qualcuno voglia "colpire anzitempo centinaia di migliaia di imprese siciliane".

Speranza: "Regioni si assumano la responsabilità"

Il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha voluto rispondere ai presidenti di Regione, sottolineando che sono proprio loro ad alimentare i dati con cui la cabina di regia può effettuare il monitoraggio, e questo succede da maggio. "Nella cabina di regia ci sono tre rappresentanti indicati dalle regioni", ha spiegato Speranza, perciò "è surreale che anziché assumersi la loro parte di responsabilità ci sia chi faccia finta di ignorare la gravità dei dati che riguardano i propri territori". Poi un ennesimo richiamo ai governatori: "Servono unità e responsabilità, non polemiche inutili".

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