Zona gialla, chi rischia di più: ecco dove stanno crescendo più velocemente i contagi
Con la variante Delta sono aumentati i nuovi contagi. Nell'ultimo bollettino i casi sono raddoppiati: 2153 contagi, rispetto ai 1.534 del giorno precedente. Una stretta da parte del governo potrebbe arrivate già dalla prossima settimana, con un'estensione dell'uso del green pass anche a luoghi fino ad ora non interessati dall'obbligo di certificazione verde, come trasporti, spettacoli teatrali o cinema.
Bisognerà aspettare il prossimo monitoraggio settimanale dell'Iss, che sarà divulgato domani, per conoscere nel dettaglio l'andamento della curva epidemiologica nelle Regioni, ma è molto probabile che si vada verso un cambio colore per alcuni territori: per adesso tutta Italia è in zona bianca, ma secondo gli ultimi dati a disposizione alcune Regioni potrebbero presto passare in giallo, con l'obbligo quindi di rimettere le mascherine all'aperto e con lo stop alla consumazione al chiuso nei locali. Con la campagna vaccinale che prosegue potrebbe essere però necessario modificare i criteri del cambio colore, dando più rilevanza all'occupazione dei posti letto in ospedale.
Un correttivo del genere in realtà sarebbe già previsto, come ricorda Agi: la legge 87 del 17 giugno infatti, cioè la conversione in legge del decreto Riaperture del 22 aprile, aveva introdotto già una prima modifica. In pratica anche una Regione che superi i 50 casi per centomila abitanti può rimanere in giallo, senza colorarsi di arancione se ha un tasso di occupazione inferiore al 20% delle terapie intensive e del 30% dei ricoveri. Nel testo si spiega che passano in "zona bianca" "le regioni nei cui territori l’incidenza settimanale dei contagi è inferiore a 50 casi ogni 100.000 abitanti per tre settimane consecutive".
Mentre in "zona gialla" si trovano le Regioni "nei cui territori alternativamente: 1) l'incidenza settimanale dei contagi è pari o superiore a 50 e inferiore a 150 casi ogni 100.000 abitanti; 2) l'incidenza settimanale dei casi è pari o superiore a 150 e inferiore a 250 casi ogni 100.000 abitanti e si verifica una delle due seguenti condizioni: 2.1) il tasso di occupazione dei posti letto in area medica per pazienti affetti da COVID-19 è uguale o inferiore al 30 per cento; 2.2) il tasso di occupazione dei posti letto in terapia intensiva per pazienti affetti da COVID-19 è uguale o inferiore al 20 per cento".
Se si guarda solo all'incidenza le Regioni più "a rischio" sono Veneto, Sicilia, Sardegna e Campania. La Regione guidata da Zaia è una delle Regioni a oggi con l'incidenza più alta, è a 19,5 casi per centomila, raddoppiata in una settimana; è probabile che arrivi alla soglia dei 50 per centomila da qui ad agosto, ma il tasso di ricoveri è addirittura allo 0,8% nelle terapie intensive e dello 0,7% nei reparti ordinari. Difficile pensare che entro poche settimane si torni a superare le soglie del 20 e del 30%.
Lo stesso vale per le Regioni con i valori più elevati: la Sicilia è a 25,4 casi per centomila ma è al 3,1% di terapie intensive occupate, la Sardegna a 21 per centomila ma allo 0,5% di rianimazioni occupate; la Campania è a 20,8 ma al 2,4% di occupazione dei posti letto.