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Opinioni

Zingaretti: “I giovani sono la prima risorsa del Paese, il Pd invertirà la rotta sulla precarietà”

Mentre dal voto dei circoli cominciano ad arrivare i primi dati significativi sul congresso del Partito democratico, il favorito Nicola Zingaretti questo week end sarà a Bologna per una convention generazionale a sostegno della sua candidatura. Fanpage.it ha intervistato il governatore del Lazio proprio sulla “questione giovanile” nel nostro paese, proprio nel momento in cui i più giovani voltano le spalle al centrosinistra.
A cura di Valerio Renzi
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Come stanno andando i congressi di circolo? Che indicazioni ne state traendo?

Un bel segnale di speranza per il Partito Democratico e per l’Italia. Ci siamo e ci saremo. Vedo tante persone che si vogliono rimettere in moto, con voglia di combattere per dare più forza alle persone nelle scelte dei partiti e più protagonismo dei territori nella visione del Paese. È necessario rigenerare il partito Democratico perché è l’unico strumento possibile per garantire all’Italia un futuro di prosperità ed equità.

A suo giudizio l'opposizione del Pd al governo Lega-M5s è efficace in parlamento e nel paese? Non state dando l'idea di occuparvi solo delle questioni interne del Partito democratico?

Il cuore del nostro congresso è l’impegno a ricostruire una proposta per l’Italia, insieme. Proviamo a uscire dal cliché del Pd litigioso e diviso. Io, anzi, rivendico con orgoglio che siamo l’unico grande partito italiano dove si discute a viso aperto e poi si sceglie con metodi democratici. Negli altri partiti decide il leader o addirittura società private di carattere dinastico…  Detto questo, noi dobbiamo voltare pagina e concentrarci tutti sull’urgenza di dare un’alternativa credibile all’Italia, perché il castello di promesse e illusioni del governo gialloverde è destinato a sbriciolarsi in fretta. Speriamo prima di aver fatto troppi danni al nostro futuro.

Sabato e domenica a Bologna una convention generazionale dal titolo "C'è chi dice noi", in sostegno alla sua candidatura. Cosa gli dirà?

Dirò che tocca a loro. Dirò che sappiamo che non è affatto vero che sono una generazione disinteressata: siamo consapevoli che in Italia ci sono tantissimi giovani che fanno volontariato, che si occupano del sociale nei modi più diversi, e spesso anche più delle generazioni precedenti. Che fino ad oggi, spesso, è mancata la politica dei partiti a cogliere e dare una prospettiva a questo loro protagonismo. Ma il punto è che i giovani non solo sono portatori di bisogni e desideri e speranze, ma sono la vera risorsa di questa Italia. C’è talento, intelligenza, innovazione, coraggio. Dirò ai ragazzi che abbiamo bisogno come l’acqua delle loro energie e competenze per rigenerare l’Italia.

Le giovani generazioni votano altrove, a destra ma soprattutto il Movimento 5 stelle: perché il Partito democratico non è un riferimento per chi si reca alle urne per la prima o la seconda volta?

La ragione principale è che il Partito Democratico non ha dato il giusto peso a un’enorme questione giovanile che è montata di anno in anno, con l’aumento della precarizzazione del lavoro, la disoccupazione, le diseguaglianze nell’accesso ai percorsi formativi. È ora di investire sui giovani anche in termini di politiche pubbliche, come sto già facendo in Lazio da molti anni. Per questo mi batterò perché un punto di Pil, circa 18 miliardi di euro, sia destinato alle politiche giovanili: sarebbe davvero un cambiamento epocale. Il diritto alla casa prima di invecchiare, la formazione, lo sviluppo dei talenti e delle potenzialità anche per chi è cresciuto in famiglie in difficoltà.

La "rottamazione" di Renzi ha fallito nello svecchiare il gruppo dirigente, ma soprattutto non ha conquistato il voto under 35. Perché?

Perché, al di là del brutto termine, c’era l’illusione che cambiare il capo fosse sufficiente a rappresentare le istanze di una generazione a rischio futuro. Invece no, serve dare protagonismo a molti giovani in tutte la rappresentanza politiche ed è necessario agire in termini di politiche pubbliche.

Siete contrari al reddito di cittadinanza, quali misure di welfare proponete per chi vive la precarietà e la sotto occupazione come unico orizzonte?

Io sono da sempre favorevole a forme di sostegno al reddito e credo che sia giusto investire risorse pubbliche nella lotta alla povertà. Il tema è un altro: per ragioni di pura propaganda si è smontata una misura di contrasto alla povertà come il Rei, che stava funzionando, e si sono mischiati impropriamente povertà e lavoro. La verità è che c’è un Paese fermo e che, se non si fa subito un grosso investimento sullo sviluppo per creare nuova occupazione, si creeranno solo nuovi poveri e nuovi esclusi. Il reddito di cittadinanza così rischia di diventare un reddito di sudditanza.

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Giornalista pubblicista e capo area della cronaca romana di Fanpage.it. Ho collaborato prima prima di arrivare a Fanpage.it su il manifesto, MicroMega, Europa, l'Espresso, il Fatto Quotidiano. Oltre che di fatti e politica romana mi occupo di culture di destra e neofascismi. Ho scritto per i tipi di Edizione Alegre "La politica della ruspa. La Lega di Salvini e le nuove destre europee" (2015) e per Fandango Libri "Fascismo Mainstream" (2021).
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