Zingaretti: “Con Letta finirà bombardamento quotidiano nel Pd, con lui ho avuto sempre sintonia”
Si va verso l'elezione del nuovo segretario del Pd: l'assemblea dei dem eleggerà il successore di Nicola Zingaretti, che ha annunciato le dimissioni la scorsa settimana. A prendere il suo posto sarà molto probabilmente Enrico Letta, ex premier e attualmente direttore della Scuola di affari internazionali dell'Istituto di studi politici di Parigi, che ieri è arrivato a Roma e che dovrebbe dare il suo ok definitivo nella tarda mattinata.
Le condizioni poste da Letta erano sostanzialmente due: che il mandato non fosse breve, e cioè che non si trattasse di un incarico per traghettare il Pd fino al Congresso in autunno, e che ci fosse un consenso unanime dell'assemblea. Su quest'ultimo punto non dovrebbero esserci problemi, perché il sostegno e l'incoraggiamento nei confronti dell'ex presidente del Consiglio, registrato nelle ultime ore, farebbe pensare una larga maggioranza in assemblea. Meno entusiasti gli esponenti della corrente Base riformista, corrente che fa capo a Lorenzo Guerini e Luca Lotti, che spingono invece per un Congresso il prima possibile, o comunque non appena la pandemia lo consentirà.
Il governatore del Lazio Zingaretti ha già fatto il suo endorsement per Letta, ribadendo che, nonostante le tante pressioni ricevute, non ritirerà le dimissioni: "Non ho cambiato idea, non sarebbe utile all'Italia e non sarebbe utile al Partito Democratico, il mio non è stato un capriccio ma ho capito che se vogliamo mettere al primo posto questo Paese, la lotta alla pandemia e il sostegno al governo Draghi, il lavoro e la necessità di riavviare l'economia dovevamo ridefinire la nostra identità. Io ce l'ho messa tutta per portare questo partito a concentrarsi sul bene comune per l'Italia e siccome ho sempre creduto nel noi e mai nell'io se qualcun altro che può farlo meglio ben venga", ha detto oggi a Uno Mattina in onda su Rai Uno.
"Sono felice e ho proposto ieri con forza la figura di Enrico Letta perché a mio giudizio è la persona che rimetterà al centro di nuovo la possibilità che il Pd si confermi il pilastro di una credibile alternativa alle destre di questo Paese. Ho fatto un atto di rottura perché ho capito che sarebbe stato utile all'Italia".
"Con Letta ho sempre avuto una grande sintonia, ha fatto battaglie con noi anche quando poteva non interessarsene. Sono convinto che con lui finirà questo bombardamento quotidiano, che non ha niente a che fare con il pluralismo e che stava allontanando il Pd dalla vita quotidiana del Paese".