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Zanonato annuncia: “L’Ilva sarà commissariata, no alla chiusura”

“Dall’Ilva dipende il futuro della siderurgia italiana e più in generale la credibilità del nostro Paese”, così Flavio Zanonato anticipa i punti del decreto che sarà varato nelle prossime ore.
A cura di Redazione
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Un nuovo decreto, il "salva Ilva bis", un commissario straordinario (seppur a tempo), avanti con la fase di "risanamento e ambientalizzazione" ed un secco no alla chiusura. È questo in estrema sintesi il contenuto del discorso di Flavio Zanonato alla Camera, durante l'informativa sulle vicende del polo siderurgico di Taranto. Il ministro infatti ha spiegato che si renderà necessario un commissariamento che comporterà "la sospensione temporanea dei poteri societari. Al termine di questa fase di gestione straordinaria, potranno essere ricostituiti gli organi ordinari di amministrazione per una normale gestione". Il tutto perché il Governo resta convinto che "la prosecuzione dell'attività industriale rappresenti la condizione preliminare e necessaria per assicurare la prosecuzione degli investimenti necessari per il risanamento ambientale dello stabilimento"; dunque, come anticipato ai cronisti prima di entrare in Aula, "dall'Ilva dipende il futuro della siderurgia italiana e più in generale la credibilità del nostro Paese".

Non mancano ovviamente gli ostacoli e Zanonato, anticipando molte delle obiezioni che in questo momento gli vengono rivolte dalle opposizioni parlamentari, commenta: "Siamo altresì consapevoli di quanto sia difficile che il risanamento venga condotto con la necessaria convinzione, con impegno e celermente, da chi ha determinato l'allarme ambientale di cui stiamo discutendo e che mette a rischio tante persone". Il percorso di risanamento è infatti giudicato piuttosto complesso, a maggior ragione dopo le falle individuate dal sopralluogo dei tecnici Ispra e dopo il duro intervento del ministro dell'Ambiente Orlando che solo ieri attaccava duramente i vertici dell'azienda e l'amministrazione dell'impianto: "Non è accettabile trasgredire a un percorso (quello dell'Autorizzazione integrata ambientale, ndr) che deve essere applicato rigidamente. Bisogna reintervenire".

Tuttavia l'ipotesi della chiusura appare decisamente da scongiurare, anche per i notevoli costi che comporterebbe, sia in termini economici che sociali: "La chiusura comporterebbe un costo annuo di 6 miliardi di euro: sei miliardi circa riguarderebbero la crescita delle importazioni, 1,3 miliardi tra sostegno al reddito e minori introiti per l'amministrazione pubblica, 700 milioni per la minore capacità di spesa per il territorio". Resta ovviamente grande attesa per il modo in cui sarà "confezionato" il decreto e per il nome del Commissario straordinario che sarà chiamato a gestire una fase estremamente complessa.

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