È una intervista di Luigi Zanda, capogruppo del Partito Democratico al Senato, a riaprire una polemica che rischia di avere conseguenze persino sulla stabilità del Governo guidato da Enrico Letta. Parlando con Avvenire, Zanda è chiarissimo sulle vicende giudiziarie che riguardano Silvio Berlusconi: "Tortora si è dimesso da parlamentare europeo per accettare il processo; Andreotti è stato presente a tutte le udienze. Berlusconi, invece, ha scelto di usare (e io direi in maniera spesso inopportuna) il legittimo impedimento. Io preferisco, senza nessun tentennamento, il comportamento dei primi due". Ed è anche per questo motivo che Zanda ribadisce la necessità che il Cavaliere "non faccia pesare i suoi problemi personali sulle decisioni del Parlamento", in particolar modo per quel che riguarda la necessaria riforma della giustizia. E proprio sulla manifestazione di Brescia il giudizio è netto: "La scelta di Alfano, Lupi e Quagliariello di manifestare contro la magistratura nega questa esigenza. Non metto nulla in discussione, ma l'onestà politica deve farci descrivere in modo sincero quello che vediamo. La prudenza usata da Letta nella composizione della squadra di governo dove non è entrato nessun ex ministro proprio per garantire il minor attrito possibile, veniva messo a rischio da una mossa politica molto sgraziata".
Ma è sulla presenza stessa di Berlusconi in Parlamento che Zanda fa le sue considerazioni più rilevanti: "Secondo la legge italiana Silvio Berlusconi, in quanto concessionario, non è eleggibile. Ed è ridicolo che l'ineleggibilità colpisca Confalonieri e non lui. In sessantasette anni di Repubblica non è mai stato nominato nessun senatore a vita che abbia condotto la propria vita come l'ha condotta Berlusconi. Non credo che debba aggiungere altro".
Immediata la reazione degli esponenti del Popolo della Libertà, con Cicchitto che attacca: "Zanda fa un'inutile provocazione. Evidentemente con una mano appicca il fuoco e con l'altra fa finta di usare l'estintore. Solo in Italia si può sostenere che è ineleggibile chi si è presentato a tutte le elezioni dal 1994 ai giorni nostri e nel quale si riconoscono alcuni milioni di italiani che lo votano". Inoltre, aggiunge Capezzone, "credo sia giusto e opportuno chiedere al Pd se quel partito, che ha una così rilevante presenza in Parlamento e nel Governo, conferma e condivide le opinioni a dir poco incendiarie manifestate dal senatore Zanda questa mattina in una intervista".