Zampa (Pd) a Fanpage: “Il governo Meloni è troppo arrogante per imparare dalla sconfitta in Sardegna”
La vittoria di Alessandra Todde alle regionali 2024 in Sardegna è arrivata quasi a sorpresa, e alle spalle ha una serie di motivi molto diversi, dalla solidità della coalizione Pd-M5s alla precedente amministrazione, fino agli errori del governo Meloni e della maggioranza di centrodestra. Sandra Zampa, senatrice del Partito democratico, ha risposto alle domande di Fanpage.it e ha ribadito che "uniti si vince", la lezione appresa in anni di vicinanza a Romano Prodi. Per quanto riguarda la maggioranza di governo, invece, una lezione da apprendere ci sarebbe, ma ci potrebbe essere "troppa arroganza" per comprenderla.
Lei e la nuova presidente della Sardegna avete lavorato insieme soprattutto nel secondo governo Conte: Todde era viceministra allo Sviluppo economico, lei era sottosegretaria alla Salute.
Sì, sono stata sua collega e l'ho vista in azione: è una donna di grande temperamento e anche molto preparata, quindi sono certa che farà del bene alla sua terra.
Qual è la lezione politica per il Pd, e anche per il ‘campo largo', dopo queste elezioni?
Di certo l'esito conferma che Prodi, con la sua elezione sia personale e politica "uniti si vince" aveva ragione, e tutti oggi dovremmo prenderne atto. È un segnale importante anche per la relazione tra noi e 5 stelle, poi naturalmente io sono particolarmente contenta del fatto che il Partito democratico ne esca rafforzato. Questo conferma che quello che conta è trovare la soluzione più vincente, non se il candidato sia di questa o di quella forza politica.
Bisogna continuare a puntare sulle alleanze per unire l'opposizione, quindi?
Elly Schlein ha fatto bene a credere prima di tutto alla lezione "uniti si vince". E bene hanno fatto gli altri che ci hanno creduto. Oggi possono festeggiare una vittoria che per noi è davvero importantissima, ed è storica per quella Regione perché è la prima donna che va a governare. In più, ha vinto un'alternativa molto secca a chi sta uscendo di scena, cioè la destra.
A proposito della maggioranza, come interpreta le reazioni alla sconfitta finora?
Credo che per loro debba essere una lezione. O dovrebbe esserlo, ammesso che siano in grado di comprenderla.
Perché non dovrebbero?
Perché mi pare che ci sia troppa arroganza. Non è sufficiente continuare a dire che sono elezioni locali e quindi non hanno un grande significato. Oppure, come ho sentito dire ieri sera, che loro praticamente hanno vinto, però hanno perso, e tutto il problema ruota intorno al candidato.
Effettivamente il voto disgiunto sembra aver punito in particolare Truzzu come candidato, no?
Certamente il candidato è stato un problema per loro, lo dice il risultato di Cagliari: se lui è il sindaco di Cagliari, e quello è il posto dove affonda, è evidente che qualcosa non ha funzionato nella scelta. Quindi forse anche Giorgia Meloni farebbe bene a ripensare il suo metodo. Ma più in generale, credo che sia un segnale importante per loro. Dovrebbero ripensare molte ostinate scelte che stanno facendo senza dare soluzione ai problemi, con una grande arroganza, di cui io personalmente sono testimone.
Parla dei rapporti in Parlamento?
Sì, la vita parlamentare ogni giorno ci conferma che c'è un'arroganza impressionante. Se un tempo il Parlamento era il luogo di un confronto, magari anche aspro, oggi è il luogo semplicemente della contrapposizione fine a se stessa. Perché quando noi arriviamo con delle proposte sappiamo già come andrà, neanche ascoltano. Ti lasciano parlare perché sono obbligati farlo. Vorrei fare un film di quello che succede, anche nelle commissioni, che sono certamente il luogo del lavoro parlamentare.
Tornando ale regionali, quindi, qual è la lezione per il centrodestra?
Che Meloni non sta proponendo al Paese delle soluzioni. E credo che la gente, di questo, cominci a rendersi conto.