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Zaia adesso vuole la zona rossa: ma poteva chiudere prima e non l’ha fatto

Il governatore del Veneto, Luca Zaia, durante il vertice tra governo e Regioni avrebbe chiesto la zona rossa per tutta Italia nel periodo festivo. Servono misure più restrittive, ha detto. Il Veneto ormai da giorni è la Regione più colpita dalla seconda ondata di contagi. Ma è sempre rimasta in zona gialla. Perché non sono state introdotte prima delle misure di contenimento nella Regione? Forse perché l’autonomia fa comodo solo finché non ci si ritrova a doversi assumere la responsabilità di una scelta impopolare.
A cura di Annalisa Girardi
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Il governatore del Veneto, Luca Zaia, ha detto che vuole la zona rossa dal 24 dicembre al 6 gennaio. Una stretta durante il periodo delle festività natalizie è necessaria, ha affermato, dicendosi allo stesso tempo pronto a intervenire autonomamente se il governo non dovesse procedere con misure più restrittive. Ma perché non lo ha fatto prima?

Ieri il Veneto ha registrato 3.320 nuovi casi di coronavirus, pochi giorni prima aveva superato il picco di 5 mila contagi giornalieri. Da oltre una settimana, ormai, risulta la Regione più colpita. Che però è sempre rimasta in zona gialla. Come è possibile? L'amministrazione locale ha assicurato per giorni che, nonostante si stessero effettivamente registrando numeri preoccupanti di nuovi casi, il servizio sanitario sanitario fosse in grado di gestirli. Ma dalle opposizioni sono iniziate ad arrivare le denunce sugli ospedali al collasso. In Veneto come a Bergamo, hanno detto, raccontando di obitori che non sanno più dove mettere le bare. Di reparti colmi o senza i medici necessari in corsia.

Come è possibile che in una situazione come questa le misure anti-Covid in vigore si limitino al coprifuoco e alla chiusura anticipata dei ristoranti? Fin dalla divisione dell'Italia in tre diverse zone, a seconda del livello collegato all'epidemia, il Veneto è sempre rimasto nella zona gialla. E negli ultimi giorni, quando il colore sulla mappa del Paese diventava sempre più inspiegabile, cosa ha fatto Zaia? Ha puntato il dito contro Roma, affermando che se la Regione era ancora nell'area con le restrizioni più lievi, era solo per volere del governo centrale.

Ma le cose non stanno proprio così. Da Dpcm del 3 novembre, infatti, per le autorità Regionali si prevede sempre la possibilità di introdurre misure più restrittive, anche mirate, se la situazione lo dovesse richiedere. In altre parole, anche in zona gialla, Zaia avrebbe potuto emanare ordinanze regionali con cui attivare misure di contenimento più severe. Avrebbe potuto procedere con lockdown locali per arginare focolai. Se lo avesse voluto, avrebbe potuto chiudere tutta la Regione.

Ma non lo ha fatto e questa mattina, a quanto riporta la stampa, ha chiesto la zona rossa per tutta Italia. A dimostrazione che in Veneto si parla di autonomia solo quando fa comodo. Ma non quando ci sono da prendere decisioni che, per quanto scomode e non esattamente in linea con ciò che normalmente fa aumentare i consensi, in un momento come questo sono necessarie. Si chiede l'autonomia solo finché non ci si ritrova a doversi assumere la responsabilità di una scelta impopolare. Fino a quando non è in pericolo il consenso.

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