Zaia a Fanpage: “Maroni entra nel Pantheon della Lega, l’autonomia deve andare avanti anche per lui”
Il governatore del Veneto Luca Zaia è addolorato per la scomparsa del collega di partito Roberto Maroni, morto questa mattina all'età di 67 anni, con cui ha anche condiviso il percorso verso l'autonomia differenziata, con il passaggio fondamentale del referendum del 2017.
Zaia è sempre rimasto in contatto con Maroni, con cui si scambiava regolarmente messaggi per commentare gli accadimenti politici: "Ci mancherà. È un colpo al cuore perché sapevo che stava male, ma fino all'ultimo mi scriveva commenti sul suo libro uscito da poco", dice il presidente del Veneto a Fanpage.it, parlando del romanzo di Maroni, ‘Il Viminale esploderà', edito da Mursia.
Luca Zaia ricorda così l'amico: "Se ne va un pezzo di Lega, un pezzo di noi. Se ne va la Lega di governo ante litteram. Se ne va una persona che ha indicato molto spesso la via", ha detto a Fanpage.it. Maroni è stato più volte ministro, dell'Interno e del Lavoro, ha guidato la Regione Lombardia ed è stato anche segretario federale della Lega. "Siamo stati anche insieme al governo e lui è stato un grande ministro, in un momento non facile per la Repubblica – sottolinea Zaia – insieme abbiamo fatto i referendum per l'autonomia il 22 ottobre 2017. È sempre stata una figura nobile nella Lega, portando avanti i temi del dialogo. Oggi parlare di questo fa un po' sorridere, ma ricordo che negli anni Novanta la Lega iniziale era soltanto una Lega di lotta. Maroni è stato sicuramente il precursore e grande interprete della Lega di governo".
"Lo ha dimostrato e ha dato vita anche a un pensiero condiviso da un'intera una generazione, di cui anch'io faccio parte. Quando Maroni faceva il ministro dell'Interno nel primo governo Berlusconi io ero già leghista, ma studiavo ancora all'università".
"Con lui ho tanti ricordi – ci racconta al telefono – quando organizzavamo gli incontri da ragazzi. È sempre stato uno molto smart, una figura di assoluta innovazione. Il nostro partito è rimasto ai margini per anni – perché noi come Lega abbiamo avuto una fase da catacombe paurosa, siamo stati per anni al 2%, la gente non si voleva neanche candidare in lista con noi perché si vergognava – ma lui ha fatto una grande attività per nobilitare il verbo leghista, questo gli deve essere riconosciuto".
La famiglia di Maroni ha annunciato la sua morte con queste parole: "Questa notte alle 4 il nostro caro Bobo ci ha lasciato. A chi gli chiedeva come stava, anche negli ultimi istanti, ha sempre risposto ‘bene'. Eri così Bobo, un inguaribile ottimista. Sei stato un grande marito, padre e amico". Per Zaia, che ha scritto il libro ‘I pessimisti non hanno fortuna', da oggi disponibile in libreria, Maroni era "un infuso di ottimismo, sempre con il sorriso, con la capacità di guardare sempre avanti. La sua eredità dobbiamo raccoglierla tutti. Ai giovani che vogliono farsi un'idea sulla Lega dovremmo raccontare figure storiche e iconiche come la sua. Maroni entra a pieno diritto nel Pantheon della Lega, al di là delle cariche. Era anche una persona che se non era d'accordo te lo diceva, non era un politico prono a quello che accadeva".
Portare oggi avanti l'autonomia differenziata – riforma per la quale il ministro Calderoli ha presentato nei giorni scorsi alla Conferenza delle Regioni la bozza della possibile legge quadro per l'attuazione delle intese regionali, e che secondo Giorgia Meloni deve procedere di pari passo con il presidenzialismo – è secondo Zaia un atto "dovuto" nei confronti del collega, che con lui ha lavorato con passione al progetto: "L'autonomia deve continuare anche per lui. Come diceva Foscolo nei Sepolcri, solo chi fa cose grandi nella vita si garantisce l'immortalità. E Maroni di cose grandi nella vita nei ha fatte tante, una che abbiamo fatto insieme è sicuramente l'autonomia".