Wikipedia sfida il Governo ed infiamma il popolo del web

Wikipedia Italia è offline. L’autosospensione proclamata dal sito è arrivata ieri sera con un comunicato in cui si spiegano le ragioni che hanno portato a questa decisione. Quella che praticamente stava diventando, e a leggere i commenti del web forse già lo era da un pezzo, la prima fonte utilizzata per trovare risposte ad ogni dubbio e curiosità dell’utente (chiaramente in maniera assolutamente libera e gratuita) ha deciso di inscenare, ovviamente per provare a sollevare l’attenzione di tutti, ciò che, a giorni, potrebbe davvero essere costretta a fare a causa del ddl sulle intercettazioni.
Un decreto che, ricordiamolo, obbligherebbe tutti i siti web a pubblicare, entro 48 ore dalla richiesta e senza alcun commento, la rettifica su qualsiasi contenuto che il richiedente giudichi lesivo della propria immagine. Una valutazione di “lesività” che però non viene rimessa a un Giudice terzo e imparziale ma unicamente all’opinione del soggetto che si presume danneggiato. Insomma, lamenta Wikipedia, chiunque si sentirà offeso da un contenuto potrà chiedere l’introduzione di una rettifica che per un sito che non ha una redazione non solo potrebbe essere difficile da correggere ma che costituisce una limitazione inaccettabile della propria libertà e indipendenza. Una legge insomma che va contro l’idea stessa di un’Enciclopedia libera.
Un clamoroso gesto di protesta che arriva in un periodo già caldo visto che tanto si parla di “legge bavaglio” e che potrebbe, anzi in queste ore già possiamo farci un’idea abbastanza chiara delle numerosissime reazioni del popolo del web, far scoppiare, come mai prima, una vera e propria rivolta contro il Governo ed il tanto contestato ddl intercettazioni. Perché se wikipedia ci ricorda che ogni cittadino italiano è già tutelato (e non c’è bisogno quindi di un bavaglio per ricordarlo) dal reato di diffamazione, ciò che deve far riflettere del decreto intercettazioni è che con la sua approvazione potrebbe esserci il rischio reale di una vera e propria resa da parte degli utenti della rete (quelli che costruiscono wikipedia, per capirci) che potrebbero decidere di non occuparsi più di determinati argomenti o personaggi anche solo per “non avere problemi”.
Il parere della Wikipedia Foundation
La Wikipedia Foundation, organizzazione no-profit con sede in California, ha intanto emesso un nuovo comunicato nel quale prende una posizione riguardo la scelta di Wikipedia Italia. Spiegando anch’essa le motivazioni che hanno portato al down di tutte le pagine del sito si proclama con i volontari in Italia mettendosi contro il disegno di legge che ostacolerebbe il lavoro di progetti liberi come Wikipedia. La fondazione fa sapere che già i wikipediani di tutto il mondo si vantano della loro capacità di rimuovere in tempi brevi le informazioni false presenti nelle loro pagine e che la stessa Wikipedia può già ricevere le denunce di coloro che ritengono che un’informazione non sia corretta e il suo sistema, quando è necessario, è disposto a cancellare l’intera pagina in conflitto proprio per evitare atti di vandalismo. Insomma, per i wikipediani non ha senso una legge che neutralizzi ancora di più un sito già di per sé neutro.
Se questo però il parere del sito che, giusto per ricordare qualche dato, si posiziona tra i primi dieci più visitati al mondo (con il sostegno da ieri sera di migliaia di utenti che hanno espresso la loro protesta condividendo e diffondendo il comunicato: già oltre 327399 condivisioni su facebook), troviamo però anche dei riscontri fuori dal coro che non hanno apprezzato il gesto di oscuramento. Tra i commenti relativi al post della Wikipedia foundation troviamo chi definisce “assolutamente ridicolo” quello che i redattori italiani stanno facendo: "Wikipedia deve essere neutrale e non può essere usata per una protesta". Non manca chi addirittura etichetta i volontari italiani come dei "vandals" che, in nome della libertà del sito, decidono di oscurare i contenuti, “è libertà questa?”, si chiede un utente. Una protesta che secondo alcuni poteva essere sì diffusa su twitter o facebook ma non su un sito come Wikipedia sul quale non è giusto imporre il punto di vista di alcuni. Altri ancora non concordano con le capacità vantate da Wikipedia di cancellare le pagine false, inesatte e scorrette: punto di vista, questo, in effetti abbastanza sviluppato, non tutti infatti ritengono l’enciclopedia assolutamente attendibile o autorevole.
Ancora c’è chi ritiene che il Governo italiano non possa forzare Wikipedia a modificare le sue pagine in quanto il sito non è italiano ma americano. Il Governo potrebbe forse bloccarlo per poi però dover fronteggiare l’indignazione nazionale e mondiale. Se Wikipedia Italia ha compiuto questo gesto è, secondo un utente, per mostrare cosa potrebbe succedere se il decreto passasse e cosa sta facendo il Governo italiano riguardo il tema della libertà di stampa.
Tema troppo caro in Italia, questo Wikipedia lo sa bene e ne ha fatto il suo punto di forza. L’idea che la sua mossa possa risultare decisiva per far cancellare il comma ammazza-blog e, ancor meglio, possa magari condizionare il cammino del Governo verso quella riduzione della libertà di informazione, di stampa e di pensiero di cui tanto si parla, è diffusissima. Wikipedia potrebbe davvero riuscirci per innumerevoli motivi: pensiamo al fatto che il suo comunicato non è stato letto dai soli italiani ma potenzialmente dal mondo intero, che ha letto anche il disegno di legge accusato. Wikipedia inoltre rappresenta, come si è detto, il simbolo stesso dell’Enciclopedia e quindi del "sapere", concetto assolutamente neutrale; possiamo insomma immaginare che ai vertici non sarà solo uno schieramento politico "a far rumore".
Intanto Facebook (e non solo) è in delirio. Nelle ultime ore sono nati innumerevoli gruppi pro-wikipedia e contro la legge bavaglio che contano già migliaia di iscritti. Possono esserci pareri discordanti sulle modalità della protesta ma una cosa è sicura: nessuno ha intenzione di rinunciare a Wikipedia.
Ora la palla passa al Governo: cosa succederà nelle prossime ore?