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Covid 19

Walter Ricciardi, il ministro ombra della Sanità tra interessi privati e nomine fantasma

Critica i dpcm del governo e invoca il lockdown per Napoli e Milano. Ma nello stesso tempo sussurra all’orecchio del ministro Speranza ed è uno dei consiglieri più ascoltati al ministero della Salute. Quale è il vero ruolo di Ricciardi nell’emergenza Covid? E la sua attività pubblica può entrare in conflitto con i numerosi incarichi privati?
A cura di Marco Billeci
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Per conto di chi e a quale titolo parla Walter Ricciardi? Quando il super-consulente del ministro Speranza afferma che l'ultimo Dpcm del governo è insufficiente per arginare la crescita dei contagi da Coronavirus esprime una posizione personale o quella del ministero? E se dice che a Milano e Napoli deve scattare un immediato lockdown, interpreta un proprio auspicio o quello di viale Trastevere? Fanpage da mesi chiede al ministero della Salute un chiarimento formale sul ruolo di Ricciardi nelle scelte sull'emergenza Covid, senza ottenere risposta.

Recentemente la stessa domanda la hanno messa per iscritto i sindaci Sala e De Magistris, dopo che – come detto – Ricciardi aveva chiesto la chiusura totale delle città da loro amministrate. "È un’opinione del suo consulente o del ministero?" hanno chiesto i due primi cittadini, ma nemmeno a loro è arrivata una risposta precisa. Nelle stesse ore anche il governatore della Campania De Luca ha attaccato il professore definendo le sue parole "sconcertanti".  E riferendosi alle critiche di Ricciardi agli ultimi provvedimenti per arginare la pandemia,  il coordinatore del Cts Agostino Miozzo ha sentenziato: "invidio i colleghi capaci di fare valutazioni così complesse dal chiuso del reparto dove dovrebbero assistere i loro malati".

Chi è Walter Ricciardi

Il punto è che sul ruolo di Ricciardi c'è stata poca chiarezza, fin da quando il 24 febbraio scorso Speranza ha nominato come suo consulente il professore ordinario di Igiene dell'Università Cattolica di Roma. Per dire, per settimane il medico è stato presentato al pubblico come membro dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. Il 20 aprile scorso però – dopo una polemica per un suo tweet contro Trump -, l’istituto dell’Onu dedicato alla salute ha precisato che “Walter Ricciardi non rappresenta l'Oms, ma il governo italiano presso il suo comitato esecutivo” e quindi non parla a nome dell’organizzazione.

Al di là di questa querelle, che peraltro lo stesso Ricciardi ha subito chiarito, rimangono i dubbi su una figura che sembra tenere un piede dentro e uno fuori dal palazzo. Prendiamo le riunioni del Comitato Tecnico Scientifico, l’organismo istituito dalla Protezione Civile per l’emergenza Covid. Quasi tutti i commentatori hanno dato per scontato che il professore fosse uno dei componenti del tavolo chiamato  a decidere come affrontare la pandemia. In realtà non è così. Come specificato dalla Protezione Civile a Fanpage, Ricciardi non è mai stato ufficialmente membro del Cts,

Eppure fino al 18 aprile scorso, l'ex presidente dell'Iss ha ha regolarmente partecipato alle riunioni del comitato. Una presenza giustificata dal  decreto con cui il capo della Protezione Civile ha istituito il Cts il 5 febbraio scorso. Si legge nel testo che “In casi particolari […] possono essere invitati a partecipare alle riunioni qualificati esperti del settore”. Ricciardi è sicuramente un “esperto del settore”. E allora, però, perché dopo il 18 aprile, quando il Cts è stato rinnovato, il suo nome non compare più nei verbali delle riunioni?

Sfogliamo ora il dossier scritto dal ministero della Salute e dall'Istituto Superiore di Sanità per preparare la seconda ondata del virus. Nell'elenco di coloro che hanno contribuito alla stesura del documento, si trovano tutti i vertici della sanità italiana, dal presidente dell'Iss Brusaferro a quello del Consiglio Superiore della Sanità Locatelli, fino al commissario straordinario per l'emergenza Arcuri. Solo un nome è assente, quello di Walter Ricciardi. Possibile dunque che il medico, in un primo momento invocato come salvatore della patria di fronte all'emergenza, sia ormai ridotto a un ruolo marginale? Le cose non stanno proprio così.

Il super-consulente di Speranza

Nel giorno della nomina, svolta a titolo gratuito, Speranza ha spiegato di aver chiesto a Ricciardi “di coordinare le relazioni con gli organismi sanitari internazionali”. In realtà, negli scorsi mesi, il suo peso nelle scelte del ministro è apparso molto maggiore rispetto a quello di un semplice coordinatore dei rapporti con l’estero. Il super-consulente è stato dipinto come braccio destro di Speranza, un importante attore in tutte le fasi più critiche dell’emergenza.

Le informazioni fornite dal ministero della Salute non aiutano a chiarire quali siano le effettive mansioni del professore. Sul sito del ministero sono quasi nulli i cenni alla sua attività e mancano il decreto e gli altri atti relativi alla sua nomina. Nella sezione trasparenza del portale, non ci sono neppure il curriculum fornito dal professore e la sua dichiarazione di assenza di conflitto di interessi. Fanpage in questi mesi ha più volte chiesto all’ufficio stampa del ministero di poter ottenere questi documenti, ma senza alcun risultato.

Chi conosce bene i corridoi di viale Trastevere, spiega che Ricciardi ha più libertà di dichiarare pubblicamente, quello che il ministro Speranza dice nelle riunioni private.  Quando interviene non lo fa a nome di Speranza, ma ne interpreta la linea improntata alla prudenza. Tra i due, insomma, c'è una sensibilità comune che  fa del professore uno dei consiglieri più ascoltati del ministro e una sorta di testa d'Ariete per introdurre temi scomodi nel dibattito pubblico.

Le tante poltrone di Ricciardi

Rimane il fatto che saperne di di più su cosa fa Ricciardi per il ministero aiuterebbe a fugare ogni dubbio su possibili conflitti di interesse tra il ruolo pubblico e l’attività privata. Nel suo curriculum, infatti, non c’è solo un passato da attore accanto a nomi come Mario Merola o Stefania Sandrelli. Ci sono soprattutto una serie sterminata di poltrone occupate al vertice di istituzioni, associazioni, fondazioni di ambito sanitario, pubbliche e private. Una situazione normale per un luminare del suo calibro, ma che certo pone qualche interrogativo, visto che l’attività di diversi di questi enti nell’ambito dell’emergenza Covid si è incrociata o potrebbe incrociare quella della sanità pubblica.

Elencare tutte le cariche ricoperte da Ricciardi di cui si trova traccia scandagliando la rete è impresa quasi impossibile. Ultima in ordine di tempo, il 22 giugno scorso, è la nomina a direttore scientifico degli Istituti Clinici Scientifici Maugeri, grande realtà della sanità privata lombarda. Solo per fare qualche altro esempio, ci sono i diversi ruoli al vertice dell’Università Cattolica di Roma e del Policlinico Gemelli che fa capo all’ateneo. E ancora Ricciardi è coordinatore scientifico di Human Technopole, il grande polo della ricerca che sta sorgendo a Milano, ma anche vicepresidente dell’Italian Institute for Planetary Helath, centro farmacologico nato dalla collaborazione tra la Cattolica e l’Istituto Mario Negri.  Presiede il comitato scientifico della Fondazione Italia in Salute che fa capo all’ex deputato Pd Federico Gelli. E colleziona decine di altri incarichi a livello italiano e internazionale, da quello nella commissione antidoping della Figc al ruolo di responsabile sanità del partito Azione di Carlo Calenda.

A livello europeo, poi, Ricciardi da un lato è a capo del gruppo di esperti della Commissione Ue che si occupa della lotta al cancro e deve indirizzare ricerca e investimenti in questo campo. Su un fronte opposto, il professore è capofila di alcuni progetti che ricevono i finanziamenti dell’Unione tra cui “IC2PerMed”, realizzato dalla Cattolica in collaborazione, tra le altre, con alcune realtà sanitarie pubbliche cinesi. L’obiettivo del progetto – presentato nella sede dell’ateneo romano lo scorso 17 febbraio, alla vigilia dello scoppio della pandemia in Italia – è quello di creare “standard e priorità comuni di ricerca e sviluppo tra Europa e Repubblica Popolare Cinese nel campo della Medicina Personalizzata”.

Come detto, conoscere quali di queste posizioni Ricciardi ha dichiarato nelle carte depositate presso il ministero e quali si possono potenzialmente intrecciare con la sua attività di consulente di Speranza sarebbe quantomeno un atto di trasparenza. Il professore tra l’altro già in passato è incappato in una vicenda relativa a un potenziale conflitto di interesse. Nel 2018, ai tempi in cui era presidente dell’Iss, le Iene lo accusarono d’incompatibilità per i suoi rapporti con alcune case farmaceutiche e con una società di lobbying in campo sanitario, non dichiarati nei propri Cv. Pochi giorni dopo Ricciardi si dimise dal vertice dell’Istituto, ufficialmente per contrasti con la linea del governo Lega-M5S.

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