Voto su Rousseau: vince il sì, il Movimento 5 Stelle appoggerà il governo Draghi
Rousseau ha detto sì. Gli iscritti alla piattaforma hanno votato e hanno deciso che il Movimento 5 Stelle appoggerà il governo guidato da Mario Draghi. Sui 119.544 aventi diritto hanno votato in 74.537: i sì sono stati 44.177, 59% in percentuale, i no invece 30.360. Sono scese in campo tutte le figure più importanti del partito per convincere gli attivisti ad appoggiare il terzo governo della legislatura: lo ha fatto Beppe Grillo, venendo a Roma a trattare personalmente con il presidente incaricato, ma soprattutto tutti i leader politici, da Luigi Di Maio a Roberto Fico, compreso Giuseppe Conte, che ha detto che se fosse stato iscritto a Rousseau avrebbe votato sì. La svolta è arrivata ieri, quando i gruppi ambientalisti, dopo l'incontro con Draghi, hanno dichiarato che il presidente incaricato ha assicurato: "Il ministero della Transizione Ecologica si farà".
L'annuncio della nascita promessa del ministero della Transizione Ecologica ha sbloccato lo stallo: il voto su Rousseau, già annunciato e rimandato, viene programmato per oggi, dalle 10 alle 18. Il quesito a cui rispondere fa capire chiaramente l'importanza – reale o retorica che sia – che il Movimento 5 Stelle ha dato a questo punto centrale del proprio programma: "Sei d’accordo che il MoVimento sostenga un governo tecnico-politico che preveda un super-Ministero della Transizione Ecologica e che difenda i principali risultati raggiunti dal MoVimento, con le altre forze politiche indicate dal presidente incaricato Mario Draghi?".
Il governo Draghi passa la prova superata dai due predecessori: per la terza volta dopo il governo gialloverde e quello giallorosso, il Conte uno e due, il Conte e il Conte bis, l'esecutivo italiano viene autorizzato dagli iscritti della piattaforma Rousseau. Il Movimento 5 Stelle potrà appoggiare il nuovo governo, ma non è detto che non si spacchi comunque internamente. Se è vero che la maggior parte dei leader hanno spinto per la soluzione Draghi, è anche vero che Alessandro Di Battista e la fronda a lui vicina in Parlamento non per forza si adegueranno alla risposta di Rousseau.