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Opinioni

Voto palese, segreto, blindato, spiato: l’ultima spiaggia del Parlamento dei “franchi traditori”

Dopo Miguel Gotor, tocca al vicepresidente della Camera, il grillino Luigi Di Maio, suggerire un modo per “controllare” il voto dei senatori sulla decadenza di Berlusconi. Ma il voto segreto fa davvero così paura?
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Il braccio di ferro sulle modalità di voto al Senato, palese o segreto, nasconde quella che è la vera domanda: fa così paura la libertà di scelta dei senatori sulla decadenza di Silvio Berlusconi? La risposta, per i motivi che stiamo cercando di spiegarvi, è decisamente sì. E, si badi bene, è una paura che rischia di compromettere la stabilità del Governo, al pari del "merito" stesso del voto dell'Aula di Palazzo Madama. Ovviamente i dubbi sono tutti sull'affidabilità dei senatori democratici, intesa ovviamente come fedeltà alla linea decisa dal segretario Epifani ed in qualche modo avallata anche dai diversi "capicorrente" del partito. In effetti, malgrado le rassicurazioni dello stesso Epifani e dei maggiorenti democratici al Senato, il ricordo dei 101 che affossarono Prodi è ancora vivido e il timore dei franchi tiratori aleggia su Palazzo Madama. Del resto il ragionamento dei dissidenti è piuttosto banale: condannare Silvio significa affossare Letta, dunque le grandi intese, forse la legislatura; se invece a porre fine alla parabola politica di Berlusconi fosse la Corte d'Appello (con il ricalcolo dell'interdizione) o la magistratura con la richiesta d'arresto, le cose cambierebbero radicalmente.

Quello che è invece certo è che la responsabilità di ratificare la decadenza di Berlusconi è tutta del Partito Democratico. Al di là delle valutazioni sul voto palese o segreto che, sia detto per inciso, non restituiscono una bella immagine della politica italiana. Ma tant'è, con la discussione che si è spostata inesorabilmente dal "merito del problema" (la necessità o meno che l'Aula dia attuazione ad una legge dello Stato che stabilisce la decadenza dalle cariche elettive di un condannato in via definitiva, in questo caso per frode fiscale), ai meccanismi di controllo del voto parlamentare (argomento sul quale si potrebbe discutere a lungo). Così, alle proposte di alcuni democratici per blindare il voto e alla diatriba sulla possibilità che, per dirla con Onida, il voto su Berlusconi "non sia sulla persona ma sulla composizione dell'organo parlamentare" (e dunque con voto palese), aggiungiamo l'intenzione del Movimento 5 Stelle di presentare una modifica al regolamento del Senato proprio per cancellare la possibilità di voto segreto.

Ma non solo, perché come ipotizzato il vicepresidente della Camera dei deputati Luigi Di Maio, i grillini potrebbero anche pensare di uscire dall'Aula al momento del voto, in modo da mettere in chiaro che la responsabilità di un eventuale salvataggio di Berlusconi sia da ascriversi interamente al Pd, anche se è evidente che in tal caso "si aprirebbero troppe variabili sui numeri" (per la verità, subito dopo lo stesso Di Maio ha spiegato come si trattasse di un "personale auspicio di vederli in quell'aula da soli di fronte alla loro ipocrisia e finalmente portarli allo scoperto impallinandosi a vicenda"). Lo stesso Di Maio, sulla scia di quanto ipotizzato dal bersaniano Gotor, spiega poi come "controllare" il voto e avere la certezza sulle responsabilità di un eventuale salvataggio del Cavaliere:

"C'E' UN ALTRO METODO utilizzato da alcuni partiti per controllare i propri "onorevoli" durante il salvataggio di Nicola Cosentino (che ci fu grazie alla Lega) e farebbe proprio al caso del PD in aula al Senato: VOTARE CON IL DITO MEDIO.

Nessuna volgarità, ma semplicemente un dato di fatto.

Se guardate la console in foto con cui votano i parlamentari, capite bene che inserendo quattro dita nell'alloggiamento è impossibile capire per cosa si sta votando. Tenendo presente che il pulsante a sinistra è quello per il SI, quello al centro è l'ASTENUTO e quello a destra il NO, basta usare solo il dito medio (spostandolo sul pulsante preferito) e sarà chiarissimo per cosa stanno votando i senatori PD.

Il resto lo faranno i fotografi.

Ecco, non sappiamo se sia un dato di fatto che per far rispettare una legge della Repubblica e dare corso ad una sentenza definitiva di condanna occorrano trucchetti, stratagemmi e forse foto rubate, controlli incrociati e microspie. Sappiamo però per certo che un simile scenario è davvero mortificante e chiama in causa le discutibilissime declinazioni dei concetti di libertà individuale, di pensiero e di azione, che si stanno imponendo in questi mesi di "stallo" (chiamiamolo così). Oltre che di decenza minima, ma questo davvero è un altro discorso.

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A Fanpage.it fin dagli inizi, sono condirettore e caporedattore dell'area politica. Attualmente nella redazione napoletana del giornale. Racconto storie, discuto di cose noiose e scrivo di politica e comunicazione. Senza pregiudizi.
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