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Voto fuorisede, primo via libera alla Camera alla proposta per elezioni europee e referendum

Primo ok della Camera alla proposta di legge che delega il governo sul voto per i fuorisede. I voti a favore sono 159, nessun voto contrario e 84 astenuti (tutte le forze di opposizione). Il testo passa ora all’esame del Senato.
A cura di Annalisa Cangemi
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Primo ok alla Camera alla proposta di legge che delega il governo a predisporre le norme attuative per consentire il voto dei fuorisede. La delega prevede che l'esecutivo intervenga entro 18 mesi dall'entrata in vigore del provvedimento. I voti a favore sono 159, nessun voto contrario e 84 astenuti (tutte le forze di opposizione). Il testo passa ora all'esame del Senato.

Entro massimo un anno e mezzo, quindi, il governo dovrà emanare i decreti legislativi. La delega, inoltre, prevede che il voto per i fuorisede sia previsto per le elezioni europee – anche se è altamente improbabile che legge possa essere in vigore già per le elezioni europee del 2024 – e per i referendum. La legge non consentirebbe comunque il voto fuorisede per le elezioni politiche.

La proposta di legge, che ora passa all'esame del Senato, ha subito una sostanziale modifica durante l'esame in commissione, scatenando l'ira delle opposizioni. L'iniziativa sul voto dei fuorisede era infatti stata avanzata dalle forze di minoranza ma, attraverso l'approvazione di un emendamento, la maggioranza di centrodestra ha ‘trasformato' la proposta di legge in una legge delega, affidando al governo il compito di intervenire sulla materia. A causa di un errore evidenziato dal Servizio studi di Montecitorio l'emendamento della maggioranza è stato riscritto perché conteneva una delega al governo senza indicare "principi e criteri direttivi", come stabilisce invece l'articolo 76 della Carta. Dopo le perplessità espresse dai tecnici di Montecitorio la maggioranza è stata costretta a presentare un nuovo emendamento ‘fuori sacco', in extremis, per ritoccare il testo della delega.

Cosa dice la proposta di legge sul voto per i fuorisede

Il testo è composto di un solo articolo e dispone appunto una delega al governo con un duplice oggetto: la disciplina dell'esercizio del diritto di voto degli elettori che per motivi di studio, lavoro, cura, assistenza prestata in qualità di caregiver familiari, si trovano in un comune situato in una regione diversa da quella del comune di residenza; la rimodulazione delle tariffe agevolate per i servizi di trasporto in favore degli elettori che si recano a votare nel comune di residenza.

Scopo della delega è consentire, nel rispetto dell'articolo 48 della Costituzione, l'esercizio del diritto di voto a tutti i cittadini, in modo tale da garantire la piena partecipazione degli elettori al processo democratico. A tal fine il governo è delegato ad adottare uno o più decreti legislativi che, innanzitutto, disciplinano l'esercizio del diritto di voto degli elettori che si trovano in una regione diversa da quella del comune di residenza in occasione dello svolgimento di consultazioni referendarie ed europee.

L'esercizio del diritto di voto è circoscritto agli elettori che si trovano fuori dal comune di residenza per motivi di studio, lavoro, cura, assistenza prestata in qualità di caregiver familiari.

Con un emendamento approvato in Aula, è stata aggiunta infatti al testo una maggiore specificazione, e cioè nell'esercizio della delega il governo osserva i seguenti principi e criteri direttivi: con riferimento alle consultazioni referendarie, previste dagli articoli 75 e 138 della Costituzione, per gli elettori che per motivi di studio, lavoro o cura, assistenza prestata in qualità di caregiver familiari, si trovano, per un periodo di almeno tre mesi, in un comune situato in una regione diversa da quella del comune di residenza, si deve prevedere la possibilità di votare nel comune di temporaneo domicilio.

E ancora, con riferimento alle elezioni dei membri del Parlamento europeo, per gli elettori che, per motivi di lavoro, studio o cure mediche, si trovano, per un periodo di almeno tre mesi, nell'ambito del territorio nazionale, in una regione diversa da quella del comune di residenza, deve essere assicurata la possibilità di votare su liste e candidati della circoscrizione elettorale di residenza presso sezioni speciali, a tal fine istituite in ogni capoluogo di regione; il governo deve inoltre di individuare i termini e le modalità per la presentazione, anche in via telematica, della richiesta per accedere al voto in un comune diverso da quello di residenza da parte degli elettori interessati, in occasione delle consultazioni referendarie ed europee.

L'esito delle prime consultazioni europee e referendarie svolte secondo le modalità previste dalla presente legge, è valutato ai fini dell'eventuale adozione di disposizioni legislative per consentire, anche in occasione delle elezioni politiche, agli elettori che si trovano temporaneamente residenti in un comune situato in una regione diversa da quella del comune nelle cui liste elettorali risultano iscritti, di esercitare il diritto di voto nell'ambito del comune in cui sono domiciliati.

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