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News sul caso Daniela Santanchè

Respinta mozione di sfiducia a Santanchè, la ministra: “Su dimissioni decido io, rispetto Meloni e Fdi”

Daniela Santanchè, ministra del Turismo, ha parlato a lungo alla Camera rispondendo ai parlamentari nel corso della discussione sulla mozione di sfiducia nei suoi confronti, che è stata poi respinta. Ha attaccato i parlamentari delle opposizioni, denunciato la “grettezza” e “cattiveria umana” delle accuse verso di lei, ha rivendicato la sua “collezione di borse” e ha ammesso che potrebbe dimettersi se sarà rinviata a giudizio per truffa allo Stato.
A cura di Luca Pons
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AGGIORNAMENTO:

Come era previsto, l'Aula della Camera ha respinto con 206 no, 134 sì ed un astenuto, la mozione di sfiducia individuale, depositata da Movimento Cinque Stelle, Pd ed Alleanza verdi e sinistra, nei confronti della ministra del Turismo, Daniela Santanchè.

"La mozione di sfiducia ha per oggetto fatti antecedenti al mio giuramento da ministro. Intendo affrontare con massima trasparenza le questioni sollevate, ribadendo il mio impegno verso le istituzioni, il mio giuramento prestato nelle mani del presidente della Repubblica, il rispetto per la magistratura, ma anche i principi fondamentali del nostro ordinamento". Lo ha detto nel pomeriggio la ministra, intervenendo alla Camera durante la discussione sulla mozione di sfiducia nei suoi confronti. È stata la seconda sessione dell'Aula dedicata a una mozione di sfiducia, dopo quella nei confronti del ministro Nordio della mattinata. Per Santanchè, la prima fase della discussione si era svolta già il 10 febbraio: oggi è arrivata la replica della ministra (rimandata più volte), seguita poi dalle dichiarazioni di voto e dalla votazione finale.

La mozione di sfiducia nei confronti di Santanchè è arrivata da parte del Movimento 5 stelle dopo gli ultimi sviluppi del caso Visibilia. La ministra è stata rinviata a giudizio per falso in bilancio, mentre per truffa ai danni dell'Inps con la cassa integrazione Covid è in corso l'udienza preliminare: la Procura di Milano ha chiesto di andare a processo, e nelle prossime settimane il giudice dovrebbe decidere. È la seconda mozione di sfiducia ai danni di Santanchè: anche la prima era legata al caso Visibilia.

La difesa di Santanchè sul caso Visibilia

Per quanto riguarda il falso in bilancio, "non mi vengono contestate falsità di natura materiale", ha sottolineato Santanchè. "Tengo a precisare che le valutazioni che oggi la Procura di Milano ritiene eccessivamente ottimistiche sono sempre state supportate da apposite verifiche effettuate  da terzi indipendenti. La stessa Procura di Milano, in un altro procedimento, analizzando le stesse voci, era giunta a conclusioni totalmente opposte".

Sulla cassa integrazione Covid, "il mio coinvolgimento si è limitato a decidere, come hanno fatto la quasi totalità delle aziende italiane, di accedere a tale beneficio. Non toccherà comunque a questo Parlamento e neanche a me, ho fiducia nella magistratura e vedremo il prosieguo".

L'attacco al M5s: "Contro di me grettezza e cattiveria"

La mozione del M5s "si basa solo ed esclusivamente sull'accusa, su giornali e trasmissioni televisive che mi sembrano un po' di parte". Santanchè si è rivolta alla deputata del M5s Vittoria Baldino: "Lei mi accusa di conflitto d'interesse, avendo operato in passato in ambito turistico. Detto da chi ha fatto dell'incompetenza, e non del merito, una squadra di governo, mi fa un po' sorridere. Credo invece nel merito e nella competenza, e ritengo che essere competenti non sia una colpa".

A Filiberto Zaratti (Avs): "Lei mi accusa di occuparmi dei balneari, mentre non è una delega affidata al ministero che guido. In quest'Aula sembra che si possa raccontare la qualunque, senza neppure approfondire. Spero che la sua sia ignoranza o malafede". Qui i deputati dell'opposizione hanno interrotto, in protesta, e il presidente di turno Mulè (FI) ha chiesto di far parlare la ministra. Che ha continuato.

A Ricciardi (M5s), ha risposto: "Mi spiace per lei, ma io non mi sento sola. Anzi, ringrazio i tanti colleghi che sono oggi qua al mio fianco. Non è un ringraziamento dovuto, ma sentito. Non mi sento sola nemmeno in Italia, perché nella battaglia per il garantismo e per lo Stato di diritto credo ci siano la maggioranza degli italiani".

E ancora: "Non voglio nemmeno citare chi ha affermato che le mie mani sono sporche di sangue. Fa vergogna non a me, ma a chi ha pronunciato questa accusa, che mostra una grettezza e una cattiveria umana che alcuni avversari sono disposti a usare. In quest'Aula c'è chi è stato condannato, per me ingiustamente, per incidenti mortali a Torino nel giugno 2017″, ha detto riferendosi a Chiara Appendino, deputata M5s ed ex sindaca del capoluogo piemontese.

L'appello al garantismo: "Mi difenderò nel processo"

"Voi citate spesso la Costituzione, ma allora vi chiedo di essere coerenti dei principi che in essa sono sanciti. O per far fuori un avversario politico siete disposti a calpestarla, solo perché credete sia una bella occasione per mettere in difficoltà al governo? All'articolo 27, sancisce il principio della presunzione di innocenza", ha proseguito la ministra. "Per nascondere il vostro giustizialismo, parlate di opportunità. Ma la storia del nostro Paese è piena di persone che si sono dimesse per ragioni di ‘opportunità', cosa che però contraddice il garantismo costituzionale".

Santanchè ha citato ministri (Lupi, Mastella, Storace, De Girolamo) che si sono dimessi per poi essere assolti anni dopo. "Naturalmente, le scuse non sono mai arrivate", ha detto, parlando di "inchieste-accuse, anche piuttosto fantasiose". "Io lo dico con chiarezza, non vorrei far parte di questo elenco, ma non intendo scappare. Intendo difendermi nel processo, in ogni sede giudiziaria".

Le lamentele sull'"ergastolo mediatico"

La ministra ha poi fatto "una confessione: ci vuole veramente una grande forza per non impazzire, per continuare questa battaglia. Ma sapete da cosa mi viene data questa forza? Da una cosa alla quale voi credete poco: la mia famiglia. La sofferenza che stiamo vivendo giorno dopo giorno si trasforma in una forza dirompente", ha continuato.

"Il Parlamento non deve diventare una corte di giustizia nelle mani di qualche pm o giudice, pochi, che appartengono a correnti politicizzate. Credo che la gogna mediatica devasti ancora prima del processo la vita delle persone, con cicatrici che non si rimargineranno mai. L'ergastolo mediatico è una condanna che rimarrà per tutta la vita, fine pena mai", ha detto ancora Santanchè, suscitando altre critiche.

Le scuse di Santanchè per le vecchie richieste di dimissioni

"Alla luce di quello che sto vivendo, mi sono anche reso conto di qualche parola che ho detto nel mio passato. Forse erano superficiali o affrettate, ma non avevo vissuto sulle mie pelle. Adesso si parlerà di scuse tardive, ma in politica c'è chi non chiede scusa mai, e io invece lo faccio qua, solennemente. Non sono scuse opportunistiche, ma una presa di coscienza".

Le parole della ministra sulla sua collezione di borse

"Nelle mie borse non c'è paura. Lo denuncio qua: ho una collezione di borse. Ma mio padre che era ottavo figlio di contadini mi ha insegnato che si ruba solo quello che si nasconde. E io non ho niente da nascondere". E ancora: "Io sono l'emblema di tutto quello che detestate, lo rappresento plasticamente. Sono una donna libera, porto i tacchi da 12 centimetri, ci tengo al mio fisico, amo vestirmi bene. Sono quella del Twiga e del Billionaire, aziende che danno posti di lavoro. Ma sono anche quella che molti di voi hanno chiamato, ma mi fermo qua, perché sono una signora. Voi non volete combattere la povertà, volete combattere la ricchezza".

"Avrò sempre il mio tacco a spillo, il sorriso sulle labbra, perché sono contenta di lavorare per un principio, e non contro qualcuno". Santanchè ha concluso rivendicando di aver "portato a casa un risultato", nel turismo: "Con il governo Meloni è tornato ad avere la giusta centralità".

Santanchè non esclude le dimissioni: "Non voglio essere problema per FdI, deciderò da sola"

"Per domani da me non cambierà niente, resterò sotto attacco, sono la persona da combattere e fare fuori, rappresento il male assoluto. Ho anche la consapevolezza che a breve ci sarà un'altra udienza preliminare, e in quell'occasione farò una riflessione, per poter anche valutare delle mie dimissioni".

Ma "lo farò da sola, solo con me stessa. Non avrò nessun tipo di pressione, di costrizione o di ricatti. Sarò guidata solo dal rispetto per il mio presidente del Consiglio, per il governo, per la maggioranza, per l'amore per il mio partito, dove non vorrò mai diventare un problema, ma vorrei continuare a essere una risorsa. Tutti siamo consapevoli che la ragione e il cuore non sempre vanno d'accordo. Ma penso che in quell'occasione prevarrà il mio cuore".

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