Voto di scambio, approvato al Senato il ddl che prevede pene più severe
È stato approvato al Senato il disegno di legge di modifica dell'art. 416-ter del codice penale in materia di voto di scambio politico-mafioso. Il provvedimento, che porta la prima firma del senatore per il Movimento 5 Stelle Mario Giarrusso, ha ricevuto il via libera di Palazzo Madama e ora passerà sotto la lente della Camera. La proposta è stata promossa all'esame con 160 voti favorevoli, 98 contrari e sette astenuti.
Il nuovo testo dell'articolo 416 ter recita: "Chiunque accetta, direttamente o a mezzo di intermediari, la promessa di procurare voti da parte di soggetti appartenenti alle associazioni di cui all’articolo 416-bis, in cambio dell’erogazione o della promessa di erogazione di denaro o di qualunque altra utilità o in cambio della disponibilità a soddisfare gli interessi o le esigenze dell’associazione mafiosa è punito con la pena stabilita nel primo comma dell’articolo 416-bis. La stessa pena si applica a chi promette di procurare voti nei casi di cui al primo comma". Tra le varie modifiche, nella riforma è prevista un'aggravante della pena che trasforma i tempi di detenzione da un minimo di sei mesi a un massimo di dodici anni prima, a un minimo di dieci anni e un massimo di quindici di reclusione. Inoltre, le pene aumentano della metà nel caso di elezione del candidato votato dai membri delle associazioni, e per tutti i condannati è prevista l’interdizione perpetua dai pubblici uffici.
Con questo provvedimento si intende modificare nella sua totalità l'articolo 416 ter e di fatto si eliminano le correzioni apportate nel 2014 dal centro-sinistra che, secondo il giudizio della Cassazione, avevano reso il voto di scambio più favorevole al reo. Uno dei punti principali di questo disegno di legge è l'annullamento della dicitura "procurare voti mediante le modalità di cui al terzo comma dell’articolo 416 bis", articolo che prevede la reclusione di chiunque faccia parte di un'associazione di stampo mafioso o di coloro che promuovano, dirigano o organizzino l'associazione. Le perplessità di questa frase si collegavano alla difficoltà di dimostrare sia il voto di scambio, sia la consapevolezza dell'appartenenza all'organizzazione criminale: per provare il voto di scambio, infatti, fino a ora era necessario riscontrare che le preferenze di voto fossero raccolte utilizzando il metodo mafioso. Quindi, per essere condannati, era necessario aver effettuato uno scambio politico elettorale in presenza di intimidazione e costrizione. E questo rendeva "penalmente irrilevanti condotte pregresse consistenti in pattuizioni politico-mafiose che non abbiano espressamente contemplato concrete modalità mafiose di procacciamento voti”, spiegava la Cassazione.
Un altro punto rilevante del disegno di legge è che si inserisce la "disponibilità a soddisfare gli interessi": questo significa che diventa sufficiente rendersi disposti a esaudire delle richieste, anche dopo l'elezioni.
Le opinioni sul disegno di legge
"È un passo fondamentale nella lotta alla mafia" ha commentato il senatore Giarrusso dopo l'approvazione da parte del Senato del disegno di legge. "L'articolo 416 ter del codice penale esiste da molti anni ma è sempre stato poco efficace. Nel 2014 il Pd e i suoi alleati lo hanno addirittura peggiorato, rendendo più difficile condannare queste persone che fanno i patti col diavolo. Nella scorsa legislatura mi ero battuto insieme ai colleghi del Movimento 5 stelle per contrastare quella riforma e per farne una seria. Ma Pd e soci sono andati avanti nella loro strada verso il disastro. Adesso che abbiamo avuto il mandato di governare noi schieriamo l'Italia dalla parte della legalità e della giustizia: se sei candidato e accetti i voti di un mafioso, ti prendi una condanna tra i 10 e i 15 anni. Se poi vieni eletto la pena aumenta della metà. E subisci pure l'interdizione dai pubblici uffici. Lo stesso trattamento è previsto per il mafioso che procura i voti. Se non spezziamo la catena tra criminalità organizzata e politica non riusciamo a rendere più civile il nostro paese. Non vogliamo dare scampo a politici corrotti e mafiosi", ha detto il senatore del Movimento 5 Stelle.
La proposta non ha trovato l'approvazione di Forza Italia però, che la ritiene "uno spot pubblicitario che aumenta solo le pene a chi accetta voti da un mafioso", ma non risolve la questione del voto di scambio. A spiegare l'opinione del partito è il senatore Giacomo Caliendo durante l'esame al Senato della riforma. "Io mi onoro di appartenere a un partito Forza Italia a cui tutti hanno riconosciuto di aver proposto e fatto approvare la legislazione più dura ed efficace antimafia, un partito che ha aumentato durante il governo Berlusconi anche i posti detenuti nelle carceri di 4.250 unità mentre, dopo il 2011 gli stessi sono aumentati solo di 700 unità. Non possiamo approvare un provvedimento che prevede solo aumenti indiscriminati di pena che non rappresentano un deterrente, non possiamo approvare una riforma dopo che il governo ha dato parere contrario ai nostri emendamenti senza spiegarne i motivi e facendo valere solo la forza dei numeri della maggioranza", ha dichiarato Caliendo.
Anche Pietro Grasso ha espresso alcune perplessità sulla riforma, e infatti per annunciare il voto contrario di Liberi e Uguali ha detto: "Con grande dispiacere devo prendere atto che per un'impuntatura della maggioranza, tutti gli aspetti positivi del testo sono vanificati da alcune parole nell'articolo 1 e cioè che la promessa di procurare voti debba necessariamente provenire "da parte di soggetti la cui appartenenza alle associazioni di cui all'articolo 416-bis sia a lui nota. Riconosco in voi la buona fede, ma devo prendere atto di una totale incapacità di ascoltare chi vi ha in ogni modo chiesto delle modifiche puntuali. Nonostante i ripetuti suggerimenti, gli emendamenti proposti sia in Commissione che in Aula, la richiesta di importanti associazioni come Riparte il Futuro e Libera e da ultimo, consentitemelo, da chi come il sottoscritto ha ricoperto per anni il ruolo di magistrato e di Procuratore, non avete voluto correggere un errore che avrà effetti in sede applicativa". Ha concluso poi dicendo: "La riforma dell'art. 416-ter del codice penale in materia di voto di scambio politico-mafioso, poteva essere una buona occasione per rompere, una volta per tutte, il legame che spesso ha unito e unisce il mondo della politica con quello della criminalità organizzata. Sara' l'ennesima occasione sprecata. È inutile aumentare le pene, è inutile levare il riferimento al metodo mafioso, è inutile prevedere l'interdizione perpetua a seguito di una condanna se con questa modifica si allontana la possibilità di dimostrare la colpevolezza di chi cerca accordi elettorali con la mafia".