Vittorio Sgarbi si rifiuta di indossare la mascherina in Aula: “Non la uso, mi fa male”
Vittorio Sgarbi, durante un'audizione alla commissione Istruzione e Cultura alla Camera di Agostino Miozzo, coordinatore del comitato tecnico-scientifico, ha protestato platealmente contro l'utilizzo della mascherina. "Non la posso indossare", ha urlato ripetutamente. Secondo il deputato infatti il virus dopo cento giorni muore, mentre la mascherina, se indossata per troppo tempo, rischia al contrario di essere un veicolo per l'infezione.
"Mi fa male. Fa male anche a lei – ha detto rivolgendosi con torni agitati a Miozzo – si riguardi. Io rispetto la distanza di sicurezza e non la porto. Il capo della Protezione civile Borrelli ha detto che lui non la mette se rispetta la distanza ed era il 3 aprile. Se vuole se ne vada lei". Secondo il critico d'arte non solo la mascherina non serve a nulla, ma sarebbe anche dannosa. Il parlamentare del Misto ha attaccato Miozzo, che è stato costretto a sospendere la seduta per qualche minuto.
Ma la sua battaglia contro l'utilizzo del dispositivo di protezione è proseguita nell'Aula della Camera, dove, nonostante l'obbligo di mascherina, si è rifiutato ancora una volta indossarla: "Onorevole Sgarbi, indossi bene la mascherina, non sugli occhiali. Non è che qui ci sono 629 imbecilli che la indossano, la richiamo all'ordine altrimenti la devo mandare fuori dall'Aula. Indossare la mascherina è una forma di rispetto verso i suoi colleghi, che infatti protestano", ha detto la vicepresidente Mara Carfagna, presidente di turno dell'Assemblea, invitandolo a utilizzate correttamente la mascherina e a rispettare le normative. Davanti al ‘no' di Sgarbi è scoppiata la bagarre in Aula, con le lamentele di diversi deputati Dopo due richiami e l'intervento dei deputati Questori, la situazione è tornata alla calma.
Sgarbi ha spiegato perché vuole andare controcorrente rispetto alle indicazioni nazionali: "I matematici lo spiegano: un virus dopo 100 giorni muore. Lo ha detto Zangrillo. Di fronte a queste evidenze occorre una commissione parlamentare per vedere quali sono stati i vostri errori", ha detto oggi replicando alle comunicazioni del ministro della Salute Roberto Speranza e puntando il dito contro il governo. La mascherina sarebbe una "pantomima, un ricatto, un'ipocrisia. Non serve altro che per contrarre il virus se tu porti troppo la mascherina e bevi la tua stessa malattia. Ma non capisco a cosa serva se il 4 aprile il capo della Protezione civile diceva che lui non la usava". Rivolgendosi poi al titolare della Salute ha detto: "è bravo, misurato, gentile, delicato ma non ha detto una sola verità, solo balle: come state dicendo da tre mesi a questa parte. Ma io non faccio il medico, vi guardo pensando che finirete nel nulla da cui venite". Secondo il critico d'arte poi non sono state le misure di contenimento a piegare la curva del contagio, ma questa si sarebbe "piegata da sola".