Vittorio Sgarbi: “Ho la stessa mascherina da un mese e non la cambio. È solo un simbolo”
Il deputato e critico d'arte Vittorio Sgarbi continua a portare avanti la sua battaglia contro l'uso della mascherina, negando che possa essere una misura di protezione utile contro il Covid.
Questa volta ha protestato intervenendo in commissione Cultura alla Camera contro il dispositivo di protezione durante l'audizione del commissario straordinario Domenico Arcuri sul contrasto all'emergenza sanitaria nelle scuole. "Queste mascherine che noi continuiamo a portare in Parlamento, come un'infinita farsa, hanno un'efficacia reale? Durano quattro ore o anche di più? Dobbiamo stabilirlo, altrimenti ne servirebbero un'infinità, e parliamo di una spesa colossale per una cosa probabilmente non necessaria che noi portiamo sulla base di un infingimento collettivo". ha detto Sagrbi.
Arcuri aveva detto che il suo ufficio "fornirà ogni giorno 11 milioni di mascherine chirurgiche gratuite, ogni giorno, a tutto il personale scolastico e non scolastico". Sgarbi allora prendendo la parola ha obiettato che "sarebbe fondamentale che un bambino sapesse se quella mascherina serve o se è addirittura dannosa", e ha aggiunto che "dato che nessuno mi ha dato regole, porto la stessa mascherina da almeno un mese, senza cambiarla. E né voglio cambiarla. La mascherina è un simbolo, non è un dato reale. Nessun medico ci ha detto di indossarla. Alcuni medici ci hanno detto espressamente che serve solo in ambito sanitario. Dobbiamo prendere per il culo i bambini?". A quel punto il presidente della Commissione ha invitato il parlamentare del gruppo Misto alla calma. Ma Sgarbi ha replicato utilizzando un linguaggio scurrile. A quel punto la seduta è stata interrotta.
Luigi Gallo, deputato del Movimento cinque stelle e presidente della commissione Cultura a Montecitorio ha denunciato l'episodio su Twitter: "Ancora una volta Sgarbi utilizza il Parlamento e la commissione Cultura come suo palcoscenico personale per poi proseguire con la giostra delle ospitate Tv a danno del Paese, della scuola e della chiarezza che l'istituzione deve fornire alle famiglie in un momento così delicato".