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Vittorio Feltri dice di essere stato censurato dal suo giornale: “Ho solo definito invasori i migranti”

Il giornalista protesta contro il giornale che ha fondato, Libero: “Per la prima volta in 60 anni sono stato censurato, suppongo perché ho definito invasori gli emigranti”.
A cura di Tommaso Coluzzi
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Censurato per la prima volta in sessant'anni di professione. Vittorio Feltri non ci sta e protesta su Twitter. Il giornalista, direttore editoriale di Libero, giornale che ha fondato nel 2000, racconta sui social di essere stato censurato: "Per la prima volta in 60 anni di professione giornalistica sono stato censurato, ed è accaduto nel giornale che ho fondato, Libero – scrive Feltri – Non so perché. Nessuno mi ha dato spiegazioni. Suppongo perché ho definito invasori gli emigranti, esattamente come ha fatto il Giornale oggi".

Feltri è attualmente direttore editoriale di Libero, il responsabile è invece Alessandro Sallusti. La decisione, molto probabilmente, è stata presa da quest'ultimo. Da tre anni Feltri non è più iscritto all'Ordine dei giornalisti, che ha lasciato in polemica per via di una serie di procedimenti disciplinari contro di lui legati ai titoli di Libero. Il direttore editoriale – che dopo aver abbandonato l'ordine si è iscritto a Fratelli d'Italia e si è candidato alle regionali in Lombardia risultando eletto come consigliere – ha però continuato a scrivere sul giornale che ha fondato.

Alessandro Sallusti è tornato a Libero due anni fa, dopo aver lasciato lasciato la guida de Il Giornale – che tra l'altro è passato da poco nello stesso gruppo editoriale di Libero – ad Augusto Minzolini. E proprio quest'ultimo quotidiano, secondo l'accusa di Feltri, ha pubblicato la stessa frase che avrebbe causato la censura. Certo non sarebbe una novità, nel linguaggio di alcuni giornali, di cui Libero è senz'altro capofila, riferirsi ai migranti come invasori.

Proprio ieri, Feltri ha difeso il termine clandestino, sostenendo su Libero il suo diritto di continuare a utilizzarlo: "Non esiste alcuna norma che autorizzi i cittadini di altri Paesi a mettersi in mare per trasferirsi in Italia, addirittura senza documenti. Di contro, semmai esiste il reato di clandestinità, cioè il reato di ingresso e soggiorno illegale nel territorio dello Stato, ed esistono altresì i clandestini, che dalle nostre parti sono parecchi".

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