Vitalizi, cosa succede: Camera non condivide aumento deciso in Senato, passa odg di Fratelli d’Italia
In Parlamento è ancora scontro sui vitalizi. La Camera dei deputati non ha condiviso la decisione del Senato di aumentare i vitalizi degli ex parlamentari e lo sancisce con l'approvazione di un ordine del giorno presentato da Fdi, firmato dal capogruppo Tommaso Foti e da Giovanni Donzelli. Ma procediamo con ordine.
Il mese scorso il Consiglio di garanzia del Senato ha votato per ripristinare gli assegni interi per i senatori che hanno completato un mandato prima del 2012, anche per quelli condannati per reati gravi (cancellando la delibera che nel 2018 li aveva tagliati, e che assicurava un risparmio di oltre 20 milioni l'anno).
Ora però la Camera ha scelto di andare in un'altra direzione, approvando a larga maggioranza, con 240 sì, 5 no e 25 astenuti, l'ordine del giorno al Bilancio interno sullo stop ai vitalizi presentato dal capogruppo di FdI Tommaso Foti. L'ordine del giorno invita l'ufficio di presidenza "a mantenere per tutti i beneficiari, deputati ed ex deputati, la vigente normativa di calcolo su base contributiva, sulla base della delibera n. 14 adottata dall'Ufficio di Presidenza nella riunione del 12 luglio 2018 e successive modificazioni, con la quale si è proceduto alla rideterminazione, secondo il metodo di calcolo contributivo, della misura dell'indennità di fine mandato spettanti".
Nelle premesse del testo si fa esplicito riferimento, per contrapposizione, al fatto che "nelle scorse settimane, il Consiglio di Garanzia di secondo grado del Senato della Repubblica ha deliberato la cancellazione del taglio dell'indennità di fine mandato spettante agli ex Senatori maturati prima dell'anno 2012".
Il voto è arrivato dopo una accesa discussione soprattutto tra i gruppi di FdI e del M5s, che aveva presentato un odg dal contenuto simile, in cui si invita l'Ufficio di Presidenza e il Collegio dei Questori "a non procedere all'adeguamento periodico degli importi delle indennità parlamentari, se non per una loro riduzione". Anche l'odg del M5s è passato.
"Si fa chiarezza dopo le consapevoli menzogne di Conte e del M5s – ha detto Giovanni Donzelli, FdI-. Non è il governo a ripristinare i vitalizi, Conte è professore di diritto e dovrebbe saperlo, c'è stato il voto contrario di FdI e il sì di Grassi, del M5s. Oggi arriva la verità". Immediata la replica di Francesco Silvestri, del M5s: "Donzelli attacca il Movimento su un ordine del giorno che chiede il mantenimento una cosa che ha fatto il M5s, paradossale. L'atto di Foti richiama la delibera Fico…". Lo stesso Foti ha poi chiarito: "Il primo intervento sui vitalizi è stato fatto in una legislatura in cui i presidenti di Camera e Senato erano del centrodestra. Questo è un Odg che promana da una storia, è chiaro. Conte gioca".
A dichiarare il voto contrario invece, Piero Fassino (Pd): "Non sono favorevole all'odg che replica quello di Silvestri – ha spiegato Fassino – perché facendo politica da anni considero la demagogia uno dei pericoli più grandi per credibilità politica rapporto con cittadini. Questo odg corrisponde a un impianto demagogico e populista e a una campagna contro politica da cui non verrà nulla di buono. Segnalo peraltro che sulla delibera del 2018, intervenuta su vitalizi, il consiglio di giurisdizione della Camera ha sollevato molti dubbi di legittimità" e che sul merito "non si è ancora pronunciato. In questo Paese a nessun cittadino si applica retroattivamente una condizione previdenziale che altera quelle che erano le condizioni previdenziali che c'erano nel momento in cui andavano in pensione".
Fassino ha anche mostrato il cedolino dello stipendio in Aula, da cui risulta che l'indennità netta dei deputati è di 4.718 euro al mese: "Quando sento dire che i deputati godono di stipendi d'oro dico non è vero, perché 4718 euro al mese sono una buona indennità ma non sono uno stipendio d'oro".
"Pur di coprire le sue responsabilità sul ripristino dei vitalizi al Senato, la maggioranza di centrodestra oggi prova a raccontare che dentro gli organi parlamentari che si occupano di questi temi ci sono persone del tutto spogliate della loro appartenenza politica, che non parlano con i partiti di appartenenza. Non ci prendete i giro, smettetela! In quegli organi ci sono dei parlamentari che rispondono anche a un indirizzo politico. Quattro su cinque componenti del Consiglio di Garanzia del Senato che ha cancellato il taglio dei Vitalizi sono esponenti del centrodestra. Quella scelta è frutto di un indirizzo politico, assunto mentre ci vengono a dire che il Salario minimo per chi lavora per pochissimi euro l'ora è un atto da Unione Sovietica. È vergognoso. La maggioranza, il governo, il presidente del Consiglio Meloni, nel dibattito politico al loro interno, potevano e dovevano fermare quella vergogna del ripristino dei vitalizi. Non l'hanno fatto. Di cosa parlano Donzelli e i suoi colleghi di Fdi?", ha detto in aula alla Camera il deputato Riccardo Ricciardi, vicepresidente del Movimento 5 Stelle.