Violenza sulle donne, Morfino (M5s) in lacrime in Aula: “L’ho vissuta sulla mia pelle, facciamo di più”
La Camera ha approvato la proposta di legge sul Codice rosso per le vittime di violenza domestica e di genere. Sono arrivati 200 voti favorevoli, nessun contrario e 61 astenuti. Si tratta di un disegno di legge a prima firma di Giulia Bongiorno, senatrice della Lega, che aveva già avuto il via libera da Palazzo Madama. Nel corso del dibattito, in particolare nella fase delle dichiarazioni di voto, è intervenuta anche Daniela Morfino del Movimento 5 stelle. La deputata, annunciando il voto favorevole, ha comunque sottolineato che "con questo disegno di legge la maggioranza non toglie nulla al Codice rosso, ma aggiunge ben poco. Se pensate che sia questo il modo di contrastare la violenza sulle donne, si è fuori strada".
Poi, in lacrime, Morfino ha ricordato la sua esperienza personale: "Io ho vissuto questo drammatico problema in prima persona, conosco bene il dramma che vivono queste donne". È devastante, ha detto, subire violenza dall'uomo che pensi di amare, dall'uomo che pensi ti ami sinceramente. E poi scopri che invece è un mostro. Scopri che il mostro non dorme sotto il letto, ma accanto a te. Queste donne devono avere un segnale tangibile da parte nostra, e a noi spetta il compito di sostenerle e incoraggiarle alla denuncia. E sapete perché molto spesso queste donne non denunciano? Perché continuano a non essere tutelate, a non essere credute, a essere colpevolizzate e nuovamente vittimizzate".
"C'è molta strada da fare, ce lo ricordiamo con cadenza quasi quotidiana. Sono stati compiuti passi in avanti nelle norme del nostro Paese, ma bisogna continuamente aggiornarle". Il ddl approvato oggi, ha commentato la deputata, "è un'operazione spot. Certo non abbiamo nulla in contrario. Ma se vogliamo veramente continuare ad affrontare questa tragedia, dobbiamo fare un lavoro più serio. Si deve fare molto di più". La conclusione dell'intervento di Morfino è stata accompagnata da un applauso di tutta l'Aula.
La proposta di legge, nelle intenzioni della senatrice Bongiorno, serve per garantire "maggiore velocità alle indagini" e "più tutela per tutte quelle donne vittime di gravi reati come maltrattamenti in famiglia, stalking e abuso sessuale. Un ulteriore passo avanti". La norma fa sì che quando il pubblico ministero, nei casi di violenza domestica o violenza di genere, non sente la persona offesa entro tre giorni da quando viene iscritta nella notizia di reato, il procuratore generale presso la Corte d'appello può avocare le indagini preliminari. Insomma, se i tempi non sono rapidi, può intervenire il pm di grado superiore per velocizzare.
Mentre la maggioranza e il Movimento 5 stelle, insieme ad Azione e Italia viva, hanno votato a favore, dal centrosinistra è arrivata un'astensione. "Questa norma non aggiunge nulla, dà una possibilità già esistente, introduce una facoltà e non un obbligo e perde l'occasione di essere efficace. Per questo ci asteniamo su questo provvedimento", ha detto Sara Ferrari del Pd. "Noi ci asteniamo, siamo pronti a fare la nostra parte ma su una testo organico che affronti pienamente l'emergenza della violenza maschile contro le donne", ha dichiarato il capogruppo di Alleanza Verdi-Sinistra in commissione Giustizia, Devid Dori. "Un nostro ordine del giorno chiedeva un impegno per la formazione in particolare di magistrati e forze dell'ordine, le categorie in prima linea nel contrasto: la maggioranza lo ha bocciando dando un segnale incomprensibile".