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Violante insiste: “Berlusconi ha diritto di difendersi, non trasformiamolo in vittima”

L’ex ministro ed esponente del Partito Democratico ribatte alle critiche: “Io non sono favorevole a trasformare Berlusconi in una vittima. La ricerca costante del nemico è segno di debolezza del partito”.
A cura di Redazione
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C'era grande attesa per la riunione odierna alla sede del Partito Democratico di Torino, dove militanti e dirigenti avevano programmato un confronto con Luciano Violante, finito nell'occhio del ciclone per la sua apertura nei confronti di Silvio Berlusconi. Con quello che sembrava addirittura poter diventare il "lodo Violante", si immaginava cioè che Silvio Berlusconi potesse evitare un voto in tempi brevi della Giunta per le Elezioni del Senato della Repubblica, tramite la doppia strada del ricorso alla Corte del Lussemburgo e della verifica da parte della Consulta sulla costituzionalità della legge Severino (approvata dal Governo Monti con i voti favorevoli del Partito Democratico, del Popolo della Libertà e di Scelta Civica, giova ricordarlo) che stabilisce la possibilità per la Giunta di ratificare la decadenza di un condannato in via definitiva per più di 3 anni.

L'ex ministro e uomo di punta fra i pontieri democratici (anche per quel che riguarda la possibilità di arrivare ad una riforma condivisa della legge elettorale), stando a ciò che riporta Repubblica, non avrebbe però inteso fare marcia indietro e, nel suo intervento, avrebbe confermato la sua opinione. Si legge sul sito del quotidiano diretto da Ezio Mauro:

"Berlusconi ha il diritto di difendersi davanti alla Giunta del Senato come qualunque altro parlamentare, né più né meno. Occorre rispettare le regole anche per i nostri avversari. E' molto facile applicare le regole solo per gli amici, è molto più complicato farlo per gli avversari". Lo ha detto Luciano Violante, parlando alla sede del Pd di Torino, nella riunione in cui si discute delle sue affermazioni sul voto del 9 settembre nella giunta del senato che deve decidere sulla decadenza dell'ex premier  e criticate da molti esponenti democratici. La riunione è una specie di processo sollecitate da militanti e parlamentari Violante ha poi aggiunto:  "Io non sono favorevole a trasformare Berlusconi in una vittima. La ricerca costante del nemico è segno di debolezza del partito. E questo c'è da una parte e dall'altra. Sono venuto qui per discutere ed eventualmente correggere.La capacità politica di un partito nasce dalla sua capacità di discutere"

Resta da vedere come evolverà il dibattito e quanto consenso avrà la linea Violante all'interno del partito.

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