Vicepremier ucraina Stefanishyna al Senato: “Contati 36 crimini di guerra, genocidio in corso”
La vicepremier ucraina Olga Stefanishyna è intervenuta al Senato questo pomeriggio in videoconferenza con le Commissioni sul femminicidio, Diritti umani e con la Commissione straordinaria per il contrasto dei fenomeni di intolleranza, razzismo, antisemitismo e istigazione all'odio e alla violenza, per fare il punto sulla guerra.
"Per me è molto importante che sia dedicata così tanta attenzione alle atrocità che vengono commesse nel mio Paese, oggi, nel XXI secolo. È molto difficile trovare le parole giuste e politicamente esatte per descrivere queste atrocità. Sono una cittadina, una madre, una donna e un membro del governo e nessuna parte di me stessa è in grado di accettare la gravità di quello che sta accadendo. Abbiamo contato 36 crimini di guerra diversi e la Russia non si fermerà nonostante le decisioni dell'Unione europea o della Nato. La risposta del mondo deve essere immediata".
"Ogni giorno emergono dettagli sempre più orribili di torture, sepolture di massa, violenze sessuali, stupri, brutalità commesse di fronte ai bambini – ha continuato Stefanishyna- Si sta rivelando quella che è la vera faccia dell'esercito russo, non tanto la faccia di Putin ma quella di ogni singolo soldato che commette questi crimini".
Per la vicepremier ucraina "deve essere chiaro che questa è una politica deliberata e decisa dalle più alte sfere russe. Le atrocità che ho descritto avvengono in tutto il territorio occupato – ha detto – ci sono decine e decine di città e paesi dove la gente è stata uccisa e fucilata in strada. Abbiamo visto missili contro ospedali, asili nido, distretti residenziali. La città di Mariupol non esiste più. Nel nostro territorio è in corso un genocidio, che non ha nulla a che fare con la guerra".
In molti posti "non c'è cibo, non c'è elettricità, i civili vengono presi in ostaggio, centinaia di cittadini sono stati deportati in Russia senza che si possa sapere dove sono". La vicepremier ha riferito che "secondo una prima indagine a Bucha il 90% delle vittime ha una ferita di arma da fuoco, dunque si tratta di persone che sono state giustiziate sul posto. Ora le forze dell'ordine ucraine stanno esaminando centinaia di corpi e dei 700 che sono stati raccolti nell'area di Kiev, ben 400 provengono da Bucha".
Alla vicepremier ha risposto anche la senatrice a vita Liliana Segre: "Alla stazione di Milano c'è uno spazio dedicato alla memoria, è il binario 21 dal quale nel 1943, partivano i treni per i campi di concentramento. In questo luogo che custodisce ricordi di dolore e sofferenze, campeggia una parola che oggi dobbiamo riproporre e dobbiamo temere: indifferenza".
"La sua testimonianza, onorevole Stefanishyna, così come le immagini che vengono dall'Ucraina e le parole dei racconti di questa folle guerra, come l'ha chiamata il Papa, scuotono le nostre coscienze – ha aggiunto – e ci impediscono l'indifferenza. La capacità di indignarci davanti alle violenze, alle tragedie, alle aggressioni contro bambini, donne, anziani, è la cifra della nostra umanità. Dobbiamo proteggere la nostra umanità, conservando la capacità di indignarci e sapendo che non dobbiamo, non possiamo restare indifferenti. Sono molto grata alla vice primo ministro, il suo racconto, sofferto, doloroso deve essere non solo una denuncia, ma innanzitutto un'esortazione al rifiuto di ogni offesa, di ogni ferita alla dignità della persona umana", ha concluso.
"La testimonianza portata oggi dalla vicepremier ucraina Olga Stefanishyna di fronte alle Commissioni Femminicidio, Diritti Umani e contro l'odio del Senato è stata molto forte e lucida: i soldati russi stanno commettendo in Ucraina, nel corso di questa folle guerra, crimini atroci contro donne e bambini. Ancora una volta lo stupro viene usato come arma bellica, per piegare la dignità dei civili. La comunità internazionale e noi stessi in prima battuta non possiamo restare indifferenti di fronte a questo grido di aiuto. Le donne e i bambini stanno pagando come al solito il prezzo più alto di una guerra decisa dagli uomini. Questi atti criminosi vanno condannati e fermati e poi dovranno essere puniti nelle sedi appropriate ed è per questo che ha fatto bene il Consiglio Ue ad autorizzare il sostegno alle indagini da parte della missione già attiva in Ucraina. Le indagini vanno svolte subito", ha commentato la senatrice del Pd Valeria Valente, presidente della Commissione Femminicidio.
"Queste parole così coraggiose e chiare – ha proseguito Valente – devono scuoterci. Siamo di fronte, per l'ennesimo ricorso storico, a violenze e barbarie che non possiamo tollerare. Come ha detto la presidente Segre, non possiamo rimanere indifferenti".