Via Rasella, La Russa insiste: “Non fu scontro faccia a faccia, ci furono atti più gloriosi nella Resistenza”
Come noto, hanno destato grande scalpore le dichiarazioni del presidente del Senato Ignazio La Russa sull’azione partigiana di via Rasella, che nel marzo del 1944 provocò la morte di 33 soldati nazisti e di due civili. La seconda carica dello Stato, conversando col condirettore di Libero Pietro Senaldi, ha sostanzialmente riscritto la dinamica dei fatti, parlando di un attentato commesso nei confronti di “una banda musicale di semipensionati altoatesini” e dicendosi certo del fatto che i partigiani conoscessero “benissimo il rischio di rappresaglia al quale esponevano i cittadini romani, antifascisti e no”.
Un’uscita che ha giustamente provocato la reazione indignata della politica, degli storici, della comunità ebraica e dell’Anpi, e che è stata accolta con grande perplessità anche all’interno della maggioranza di governo. In un colloquio con la giornalista del Corriere della Sera Paola Di Caro, oggi La Russa torna sulla questione, facendo qualche piccola precisazione ma confermando sostanzialmente la propria posizione.
Dicendosi estenuato dalle polemiche e premettendo di non voler più parlare di fatti storici ma solo di attualità, l’esponente di Fratelli d’Italia riconosce che ci sono già stati processi e atti storici sui fatti di via Rasella (pur senza ammettere che la sua versione non corrisponde appunto alla verità accertata dei fatti) e prova a precisare meglio alcuni punti del suo ragionamento.
La Russa: "Via Rasella non fu scontro faccia a faccia"
“Mi è dispiaciuto se Ruth Dureghello, che io stimo e apprezzo, ci sia rimasta male”, spiega, aggiungendo che forse avrebbe potuto “specificare meglio che si trattava effettivamente di nazisti, che mi pareva una cosa ovvia”. La Russa precisa che la sua intenzione fosse quella di “spegnere la polemica assurda che si era creata sulle parole di Meloni, non attizzarla” (la presidente del Consiglio aveva parlato delle vittime della strage delle Fosse Ardeatine solo come italiani, omettendo che si trattava di antifascisti e perseguitati politici).
Poi però mostra di voler continuare sulla sua linea: “Se avessi voluto, su via Rasella avrei detto ben altro… Ci sono stati atti ben più gloriosi della Resistenza, come il sacrificio di Salvo D’Acquisto, che si consegnò ai nazisti senza aver fatto nulla solo per salvare la vita a cittadini innocenti. E avrei potuto ricordare che a via Rasella non fu uno scontro a fuoco faccia a faccia con i nazisti: si trattava di un battaglione che tornava in caserma colpito da una bomba e morirono anche due passanti innocenti”.
Infine, la chiosa sul 25 aprile: “Non ho mai detto che sarei andato alle celebrazioni, ho detto che ci sono andato in passato ma adesso non dico niente. Sarà una sorpresa…”