Via libera della Consulta: si potrà dare ai figli il cognome della madre
La Consulta ha dato il via libera: i figli nati nell'ambito del matrimonio potranno avere il cognome della madre e non più automaticamente quello del padre. Secondo la Corte, l'automatismo di fatto attualmente in vigore sarebbe incostituzionale. "La Corte costituzionale ha accolto oggi la questione di legittimità costituzionale sollevata dalla Corte di appello di Genova sul cognome del figlio. La Corte ha dichiarato l'illegittimità della norma che prevede l'automatica attribuzione del cognome paterno al figlio legittimo, in presenza di una diversa volontà dei genitori", si legge nella nota stampa diramata dalla Consulta. Per questo motivo, da ora in poi, i genitori potranno quindi scegliere se dare al proprio figlio il cognome della madre, quello del padre o entrambi. Il ricorso accolto dalla Corte costituzionale era stato intentato da una coppia italo-brasiliana residente a Genova che chiedeva di registrare all'anagrafe il proprio bambino con il doppio cognome. Alla richiesta, però, era seguito un netto rifiuto, motivato dal fatto che secondo una "norma implicita" ai figli nati all'interno del matrimonio andrebbe attribuito il solo cognome del padre, per effetto di una sorta di automatismo.
Per capire la decisione della Corte Costituzionale bisognerà ora attendere il deposito della sentenza da parte del relatore, Giuliano Amato. La sentenza odierna, seppur rivoluzionaria, trattava un caso già esaminato nel 2006 dalla stessa Consulta: in quell'occasione tramite ricorso si richiese ai giudici di poter sostituire il cognome del padre con quello della madre e all'epoca la Corte sostenne che il ricorso era inammissibile, sottolineando che spettava al legislatore trovare la strada risolutiva. Dieci anni dopo e nessuna nuova legge approvata dal legislatore, la Corte cambia parere e dà il via libera. La Corte d'appello di Genova, che ha sollevato la questione di legittimità ritenendo vi fossero nuovi presupposti per una pronuncia della Consulta, per effetto soprattutto della sentenza della Corte europea di Strasburgo che condannò l'Italia proprio sulla questione della scelta di attribuzione del cognome materno.