Via libera della Camera alla manovra Meloni con 197 sì, ora il testo passa al Senato
La Camera ha approvato la manovra economica, dopo una notte di passione, di quelle a cui siamo abituati ogni anno in questo periodo. La legge di Bilancio è arrivata all'esame dell'Aula in ritardo, è stata ridiscussa per un mese all'interno del governo dopo essere stata presentata, poi è stata emendata ed è tornata più volte in commissione per via di errori tecnici. Infine, dopo il voto di fiducia di ieri sera, a Montecitorio è arrivato il via libera definitivo al testo questa mattina alle prime luci dell'alba: 197 sì e 129 no, con due astenuti. Ora la legge di Bilancio passa al Senato, dove arriverà il 27 dicembre con un testo blindatissimo da approvare entro la fine dell'anno.
Nella notte non ci sono stati grossi cambiamenti rispetto all'ultima versione della manovra, che il leader del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte, ieri sera ha giudicato come "inadeguata e piena di errori". Nel corso della discussione c'è stata una dura protesta delle opposizioni per via di due emendamenti fatti passare dal governo successivamente al voto di fiducia – conclusosi con 221 sì e 152 no – che serve proprio a far decadere tutte le altre possibili modifiche. Il primo per l'allineamento delle coperture, il secondo per l'acquisto da parte dello Stato di Villa Verdi – appartenuta al compositore – e per contrastare la peste suina in Piemonte.
L'esame degli ordini del giorno è terminato intorno alle sei del mattino, poi le dichiarazioni di voto finali e il via libera dell'Aula. Dopo Santo Stefano la discussione riprenderà al Senato, dove – per evitare l'esercizio provvisorio – la manovra dovrà passare così com'è. Qualsiasi modifica, infatti, rispedirebbe il testo alla Camera dei deputati, con la certezza – visti i tempi – di sforare la deadline del 31 dicembre. Insomma, la prima manovra del governo Meloni – tra rimpianti, attacchi e misure discusse e discutibili – è all'ultimo giro di boa.