Via libera del Senato al tetto per stipendi Rai: stop a retribuzioni sopra 240mila euro
Il Senato ha approvato l'emendamento al ddl sull'editoria che chiedeva di stabilire per tutto il personale e i consulenti Rai un tetto massimo di retribuzioni di 240mila euro. La proposta di modifica, presentata dal relatore Roberto Cociancich del Partito democratico, riguarda gli amministratori, il personale dipendente e ai consulenti della tv pubblica.
Secondo l'emendamento, il tetto degli stipendi Rai non potrà essere superato in nessun caso, nemmeno nell'eventualità di emissione di bond da parte della tv di Stato. La proposta di Cociancich ha ricevuto l'appoggio del Sottosegretario alle comunicazioni Antonello Giacomelli, che è intervenuto in Aula durante l'esme dell'emendamento. "Se i gruppi, a cominciare dal Pd e da quelli della maggioranza, ritengono utile un ulteriore forte segnale in questa direzione, il governo non ha difficoltà ad aderire", ha spiegato Giacomelli, secondo cui "una cosa sola deve essere chiara: se non ci sono rapidamente soluzioni convincenti, definitive e in linea con lo stato d'animo del Paese, nessuno deve aver dubbi che il presidente Renzi interverrà in Legge di Stabilità e metterà la parola fine a questa storia". Secondo il sottosegretario alle Comunicazioni, peraltro, "con questo emendamento, su iniziativa parlamentare, la Rai farà un ulteriore salto di qualità su trasparenza e riordino delle retribuzioni, sanando la troppa confusione e le troppe iniquità, spesso stratificatesi negli anni, che ne compromettono pesantemente la credibilità e l'autorevolezza. É un passo importante, che spronerà l'azienda a varare un vero codice di regolamentazione e alla completa trasparenza su tutte le retribuzioni, anche quelle artistiche".