Via libera definitivo al nuovo patto migrazione e asilo: ok dal Consiglio Ue
Dopo l'ok definitivo del Parlamento europeo lo scorso 10 aprile, è arrivato il via libera definitivo dal Consiglio Ue al pacchetto legislativo del nuovo patto migrazione e asilo. Il pacchetto, che contiene una serie di regole che dovrebbero aiutare a gestire gli arrivi di migranti in modo ordinato, a creare procedure efficienti e uniformi, e a riequilibrare la condivisione degli oneri tra gli Stati membri dell'Unione, è stato approvato senza discussione tra i ministri.
L'Italia ha votato a favore. Polonia e Ungheria hanno votato contro a tutte le proposte. Slovacchia e Repubblica Ceca si sono quasi sempre astenute (su alcuni file la Slovacchia ha votato contro). Il pacchetto era stato presentato dalla Commissione a settembre 2020. Adesso gli Stati membri avranno ora due anni di tempo per mettere in pratica le leggi adottate oggi. La Commissione europea presenterà presto un piano di attuazione comune per fornire assistenza agli Stati membri in questo processo.
Secondo la sottosegretaria belga Nicole de Moor, "il patto sull'asilo e sulla migrazione garantirà un sistema migratorio più giusto e più forte, che faccia una differenza concreta sul campo. Queste nuove regole renderanno il sistema europeo di asilo più efficace e aumenteranno la solidarietà tra gli Stati membri. L'Unione Europea continuerà inoltre la sua stretta cooperazione con i Paesi terzi per affrontare le cause profonde della migrazione irregolare. Solo insieme possiamo trovare risposte alla sfida migratoria globale".
Cosa contiene il nuovo patto migrazione e asilo
Il patto Ue è composto in totale da 10 atti legislativi, tutti adottati dal Consiglio, che riformano l'intero quadro europeo per la gestione dell'asilo e della migrazione.
Il regolamento sullo “screening” consentirà alle autorità nazionali di sottoporre i migranti irregolari e i richiedenti asilo alle frontiere esterne alla procedura pertinente e garantirà che l’identificazione, i controlli di sicurezza e vulnerabilità e la valutazione sanitaria siano effettuati in modo uniforme. Le norme relative alla banca dati Eurodac aggiornata consentiranno di raccogliere dati (anche dati biometrici) più accurati e completi su varie categorie di migranti, compresi i richiedenti protezione internazionale e le persone che arrivano irregolarmente nella Ue. Ciò contribuirà a informare l’elaborazione delle politiche e a migliorare il controllo della migrazione irregolare e dei movimenti non autorizzati.
l regolamento sulla procedura di asilo semplifica le operazioni e introduce una procedura di frontiera obbligatoria in casi ben definiti. Il regolamento sulla procedura di rimpatrio alla frontiera riguarda il rimpatrio delle persone la cui domanda è stata respinta. Il regolamento sulla gestione dell’asilo e della migrazione determina quale stato membro è competente per l’esame delle domande di protezione internazionale e introduce per la prima volta un’equa ripartizione delle responsabilità tra gli stati membri. Grazie al regolamento anticrisi sarà meglio attrezzata per gestire le domande di asilo in circostanze eccezionali.
Il regolamento sulle qualifiche e la direttiva sulle condizioni di accoglienza stabiliscono norme uniformi sui criteri per la concessione della protezione internazionale e sugli standard per l'accoglienza dei richiedenti asilo. Obiettivo, contribuire a ridurre i movimenti secondari tra gli stati membri. Infine, il regolamento sul reinsediamento si occupa dei percorsi legali e sicuri verso la Ue stabilendo norme comuni per il reinsediamento e l’ammissione umanitaria.
Una novità della riforma è la procedura di frontiera obbligatoria, che si applicherà ad alcune categorie di richiedenti asilo (ad esempio quelli provenienti da paesi con bassi tassi di riconoscimento dell'asilo). Lo scopo della procedura è valutare rapidamente alle frontiere esterne se le domande sono infondate o irricevibili. Le persone sottoposte alla procedura di asilo alla frontiera non sono autorizzate ad entrare nel territorio Ue. Le nuove norme chiariscono quale stato membro sarà responsabile di una domanda di asilo (ad esempio nei casi in cui una persona ha un familiare in un paese della Ueo quando la richiesta di asilo non viene presentata nel paese in cui il richiedente asilo arriva per la prima volta nell'Unione).
Un altro aspetto importante della riforma del sistema migratorio è l’introduzione di un meccanismo di solidarietà per garantire una più equa condivisione delle responsabilità. Le nuove regole combinano la solidarietà obbligatoria per sostenere gli stati membri che affrontano un forte afflusso di migranti con flessibilità per quanto riguarda il tipo di contributi. I contributi degli stati membri possono consistere in ricollocazioni, contributi finanziari o, ove concordato con lo stato membro beneficiario, misure di solidarietà alternative (ad esempio fornendo guardie di frontiera o aiutando con lo spiegamento di centri di accoglienza).
Per affrontare meglio le situazioni di crisi (arrivi di massa e strumentalizzazione) e di forza maggiore, gli stati membri possono derogare ad alcune norme e richiedere una maggiore solidarietà da parte di altri paesi Ue. Possibili deroghe si applicano ad esempio ai termini per la registrazione dei richiedenti asilo e alla durata della procedura di frontiera. Il meccanismo di crisi viene utilizzato solo in circostanze eccezionali e per il tempo strettamente necessario ad affrontare situazioni di crisi o forza maggiore. È soggetto all'autorizzazione del Consiglio.
Gli stati membri avranno ora due anni per mettere in pratica le leggi adottate oggi. La Commissione Europea presenterà presto un piano di attuazione comune per fornire assistenza agli Stati membri in questo processo.