Via libera alla Manovra. Tremonti: Siamo come sul Titanic, non si salva neppure la prima classe
Dopo il via libera dalle commissioni, come promesso, la manovra finanziaria è subito passata in Senato, dove, dopo una breve discussione, è stato approvato il maxiemendamento che sostituisce completamente il decreto legge sulla manovra economica. I voti favorevoli sono stati 161, 135 quelli contrari e 3 astenuti. Dopo l’accordo tra i capigruppo pochi erano gli emendamenti da approvare ma, comunque, il Governo aveva posto la fiducia sul provvedimento economico.
L’ampiezza della manovra è aumentata considerevolmente negli ultimi giorni, anche per far fronte alle nuove minacce a cui è sottoposta l’economia italiana e agli attacchi speculativi dei giorni scorsi. Previsto un impatto di oltre 71 miliardi di euro in due anni, nel dettaglio le correzioni alla manovra hanno aumentato l’impatto a oltre 23 miliardi nel 2013 e a oltre 47 miliardi a regime nel 2014.
Tagli totali a qualsiasi tipo di agevolazione fiscale, ad annunciarlo lo stesso relatore della manovra Gilberto Pichetto Fratin, che precisa che il Governo “si riserva di escludere alcune categorie con successivi decreti”. I tagli investono tutti i settori indistintamente, dalle agevolazioni alle famiglie con figli, alle spese sanitarie, dai redditi da lavoro dipendente, agli asili, agli studenti universitari. Lacrime e sangue è ciò che promette questa manovra che, come ricorda il Ministro Tremonti, "è esatta, corretta ed allineata sull'asse del tempo esattamente come concordata in Europa", cioè per arrivare al pareggio di Bilancio nel 2014.
L'approvazione della Manovra al Senato
L'approvazione della Manovra al Senato
"E’ come sul Titanic: non si salvano neanche i passeggeri in prima classe" è il monito lanciato da Giulio Tremonti a Palazzo Madama prima del voto di fiducia, continuando "senza il pareggio di bilancio il debito pubblico divorerebbe il futuro nostro e dei nostri figli". Il pareggio di Bilancio è, quindi, una prova essenziale da fornire all’Europa e ai mercati finanziari e per il Ministro dovrebbe essere introdotto "nella Costituzione come regola d'oro". Difendendo il suo operato ha ricordato che questa manovra "non è solo un decreto di finanza pubblica" ma contiene "16 nuove azioni per la crescita, proposte da chi vuole bene al Paese”. Ma Tremonti ha anche voluto fare un chiaro riferimento all’Unione Europea dichiarando “non ci può essere una politica italiana diversa da quella europea. La soluzione è politica o non è, è comune in Europa o non è. E la politica non può più sbagliare”.
Soddisfazione è arrivata dal Capo dello Stato, Giorgio Napolitano che ha dichiarato “giudico molto positivo l'accordo sui tempi. In quattro e quattr'otto nessuno poteva pensare ad un accordo anche sui contenuti. L'accordo raggiunto è il segno di una comune percezione da parte di tutti dei rischi a cui è esposta l'Italia e di una comune assunzione di responsabilità", il Presidente ricorda a tutti che però “nel prossimo futuro occorreranno altre prove di coesione perché restano molte questioni ancora aperte” .
Ora la parola passa alla Camera, prima alle commissioni che non dovrebbero presentare alcun emendamento e, poi, in Aula con un altro voto di fiducia. Maggioranza e opposizione hanno promesso di non presentare alcuna proposta di modifica al decreto legge che, quindi, rimane blindato per una rapida approvazione, prevista già per domani sera.