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Via l’emendamento al dl Elezioni che eliminava ballottaggio: ci sarà un ddl

L’emendamento al dl Elezioni che ridimensionava fortemente i ballottaggi per Comuni con più di 15mila abitanti è stato ritirato. Al suo posto ci sarà un ddl ad hoc. “Il ballottaggio alle amministrative sarà abolito”, hanno annunciato i capigruppo del centrodestra al Senato.
A cura di Giulia Casula
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L'emendamento al decreto elezioni che abbassava, per i Comuni oltre 15mila abitanti, la soglia per essere eletti al primo turno dal 50% al 40% è stato ritirato. Al suo posto ci sarà un disegno di legge ad hoc. Ad annunciarlo i capigruppo del centrodestra al Senato dopo le polemiche degli scorsi giorni.

Le opposizioni infatti, avevano denunciato il blitz del centrodestra bocciando come incostituzionale la modifica al dl Elezioni. Anche il presidente di Palazzo Madama, Ignazio La Russa, aveva ricordato il divieto previsto dall'articolo 72 della Costituzione di intervenire in materie tramite decreto. Così per evitare l'inammissibilità dell'emendamento, la maggioranza ha optato per trasferire la proposta su un disegno di legge.

"Il ballottaggio alle amministrative sarà abolito", hanno dichiarato i capigruppo di centrodestra al Senato Lucio Malan, di Fratelli d'Italia, Massimiliano Romeo, della Lega, Maurizio Gasparri, di Forza Italia, Michaela Biancofiore, di Noi Moderati, in una nota. "Il centrodestra su questa scelta è unito e determinato. Abbiamo posto il problema in varie sedi. Ci è indifferente lo strumento con cui raggiungere questo traguardo e siamo ben consapevoli che questa scelta non può riguardare il turno elettorale, peraltro non molto esteso, del 25 maggio prossimo", hanno aggiunto. Pertanto alle prossime amministrative le regole rimarranno le stesse. Per essere eletto sindaco al primo turno un candidato dovrà ottenere la maggioranza più uno dei voti; in caso contrario, si andrà al ballottaggio.

"Come avevamo già annunciato, abbiamo depositato un disegno di legge sull'abolizione del ballottaggio e un altro disegno di legge su alcune questioni che riguardano le Regioni. La motivazione è ben chiara", hanno proseguito i capigruppo del centrodestra. "Al ballottaggio partecipa un numero limitato di elettori e spesso chi vince prende meno voti del candidato che si classifica secondo al primo turno. C'è, quindi, un problema di legittimazione democratica e di partecipazione", hanno ribadito. Secondo la maggioranza dunque, i ballottaggi vanno ridimensionati perché spesso l'affluenza è minore e perché – a detta loro -spesso chi viene eletto raccoglie meno preferenze di quelle ottenute dal secondo classificato al primo turno.

Secondo le opposizioni invece, si tratterebbe di una mossa per colpire il centrosinistra che non sempre alle consultazioni locali è riuscito a presentarsi unito in coalizione. "Per evitare polemiche ed essendo lontano il successivo turno elettorale amministrative  daremo priorità ai disegni di legge che abbiamo già depositato con le firme di tutto il centrodestra e per i quali solleciteremo una rapidissima approvazione. Vogliamo eliminare pretesti e discussioni strumentali, rinunciando noi ad affrontare questa annosa questione nella discussione sul decreto elezioni", hanno aggiunto i capigruppo. "I disegni di legge già depositati saranno rapidamente approvati perché l'obiettivo che perseguiamo è giusto, ampiamente condiviso, coerente con le norme già in vigore in Friuli Venezia Giulia, in Sicilia, in Toscana e con quanto dissero nel passato esponenti del Pd in Parlamento. Andiamo avanti auspicando un confronto, ma non accettando veti", hanno rivendicato.

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